L'invasione dei granchi blu in Romagna: "Ottimi da mangiare"

Rimini

Che cosa fare con il granchio blu, la cui “invasione” della riviera romagnola ha tenuto banco per molto tempo e che oramai sembra avere trovato casa in pianta stabile? «Mi espongo dicendo che forse la cosa migliore è stimolare il suo peggior predatore: l’uomo - osserva Filippo Ioni, subacqueo amante della fotosub e della biologia marina -. Gli chef si stanno già sbizzarrendo, fortunatamente sembra un crostaceo molto prelibato».

E pensando al contributo peculiare che i subacquei potrebbero dare, «aiutiamo la ricerca con monitoraggio e osservazione comportamentale - suggerisce -. Per me è un nuovo stimolo. Già posso dire che la tecnica riproduttiva è identica al nostro granchio comune, e che ha un’aggressività notevole, probabilmente per la stazza. Sicuramente affascina come dalla postura difensiva a chele spalancate passa a quella di attacco: fa volteggiare ritmicamente e alternativamente gli arti posteriori “palette”, poi più balzi in avanti scagliandosi verso l’aggressore. E poi per i FotoSub è estremamente fotogenico con quelle chele blu cobalto».

Proprio a seguito di una immersione nella notte fra mercoledì e giovedì, Ioni ha notato che «quello che sembrava un incontro molto sporadico e fortunato degli ultimi anni, ora sembra fin troppo abituale. Non nascondo di essere stato ottimista, ma è stato fin troppo facile, in un’ora di immersioni ne abbiamo visti veramente tanti».

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