L'International rilancia: "Una cittadella del basket a Imola"

I protagonisti di questa settimana nel nostro viaggio nel panorama giovanile del territorio sarà l’International Basket Imola. Il mondo della palla a spicchi è stato uno dei più colpiti da questa pandemia, visto che per sua stessa conformazione è difficile adattarlo alle regole ora vigenti fatte di distanziamento, attività individuale e all’aperto. Lo faremo grazie a Massimo Fiera responsabile del Minibasket e Direttore Sportivo della prima squadra che ci porterà nei meandri dell'attività della società imolese.

Fiera, come sono trascorsi gli ultimi mesi?

"Ci vuole tanta pazienza. Nel mese di marzo abbiamo condiviso ed attuato l’iniziativa del sindaco Marco Panieri di chiudere le palestre anche per quei gruppi che sulla carta avrebbero potuto fare attività. Solo nelle ultime settimane abbiamo ripreso l’attività dell’eccellenza per preparare il campionato ormai imminente e dalla settimana dopo Pasqua si riprenderà con tutti i gruppi, inizialmente in maniera individuale. Da allenatore vedo i ragazzi molto vogliosi di ripartire, ma anche noi siamo in una condizione di “didattica a distanza” in quanto cerchiamo di portarli avanti a distanza per quanto possibile. Ad inizio anno si parlava tanto di ripresa con campionati, ora la situazione è ben diversa e certo non è facile. Con le regole attuali potremmo anche pensare di allenarci in quanto siamo equiparati alla serie B, ma per una scelta condivisa abbiamo deciso di evitare in funzione della salute dei tesserati e delle loro famiglie che è prioritaria".

Quale è stato l'impatto di una pausa così lunga, dal punto di vista di chi con i ragazzi ci vive?

"Li vedo un po’ demoralizzati, in quanto si sentono anche un po’ penalizzati. Un ragazzo qualche settimana fa mi ha detto: “Max sono 388 giorni che non giochiamo”, anche a loro manca la competizione. Nel primo lockdown c’era tanta voglia di migliorarsi ed organizzare cose diverse, noi abbiamo incontrato online tanti allenatori e giocatori, ora chiaramente le cose sono un po' cambiate. Ai ragazzi manca proprio l'aspetto della socializzazione prima ancora di quello agonistico. Penso quindi che prima di tutto dovremo essere bravi a tornare in palestra nella maniera più tranquilla possibile e non esagerare con le nostre richieste. L’obiettivo deve essere fargli tornare il piacere di allenarsi, per un anno intero hanno fatto altro ed anche mentalmente non sarà semplice sentirsi correggere. C’è anche da riempire un’importante lacuna fisica, la loro costituzione in questi mesi è cambiata radicalmente e riprendere mobilità e gesti tecnici non sarà semplice".

Quali erano i numeri del vostro settore giovanile prima della pandemia e che influenza ha avuto l’ultimo periodo?

"Prima dello stop avevamo 330 ragazzi divisi in 21 squadre. Sono stato sorpreso dalla partecipazione e dal seguito che hanno tenuto i contatti con allenamenti da casa in queste lunghe settimane. Ho più  paura per i bambini del Minibasket, loro non entrano in palestra da ottobre e c’è la possibilità che qualcuno abbia provato altri sport che in questo periodo potevano andare avanti. Come società sin qui abbiamo deciso di non richiedere una vera e propria iscrizione, in quanto ci sembrava poco elegante chiedere soldi in una situazione del genere ed anche perché ci sarà uno sconto importante visti i pochi mesi di attività. Ringraziamo ancora una volta chi per solidarietà ha pagato ugualmente la quota, ma ad oggi non abbiamo una vera idea dei nostri numeri".

Da dove ripartirà l’International Basket Imola?

"Il più grande augurio è quello di fare un'attività estiva a tutto tondo. Ci piacerebbe organizzare una sorta di “cittadella del basket” che comprenda tante attività dai più piccoli ai più grandi nell’intero arco della giornata, magari anche alla sera per recuperare quanto più tempo possibile. Sarà un passo importante per i ragazzi più grandi che da tempo non riescono a confrontarsi e prepararsi al mondo senior, così come per i più piccoli che devono tornare a vivere lo sport nella loro quotidianità. E’ importante farsi vedere per tornare a sentire il cuore che batte per la palla a spicchi anche nei ragazzi più piccoli. La voglia c’è tutta ed anche la forza lavoro, speriamo che le regole e la situazione epidemiologica ce lo possa permettere. In vista della prossima stagione, invece, l’obiettivo è quello di dare grande continuità agli allenatori per procedere nella crescita delle squadre".

In cosa l’amministrazione comunale può aiutarvi per ripartire?

"Sin dall'insediamento del nuovo sindaco, che ha anche la delega allo sport, c’è stato subito un bel dialogo e collaborazione, con la creazione di tanti progetti. L'amministrazione ci ha fatto il regalo più grande mettendo a posto due campetti all'aperto con canestri e fondo nuovi di zecca che ci piacerebbe sfruttare appunto per l'attività giovanile durante l'estate. Inoltre, alla nostra palestra verrà fatto presto un nuovo parquet, un ulteriore investimento che ci fa essere orgogliosi. Vedo in generale una grande attenzione al mondo sportivo ed è anche il motivo per cui abbiamo assecondato il sindaco nella richiesta di chiusura delle palestre anche per l’attività giovanile".

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