L'ex procuratore sull'ergastolo a Cagnoni: "Indagine ineccepibile"

Ravenna

"Condivido quanto espresso dalla Procura generale nel definire l'accusa 'invincibile'". Così l'ex procuratore capo Alessandro Mancini - da pochi giorni insediatosi alla Procura Generale a L'Aquila - commenta la condanna definitiva all'ergastolo nei confronti di Matteo Cagnoni, per l'omicidio della moglie Giulia Ballestri. "L'impianto accusatorio, come emerso già dalle indagini e durante il processo in Corte d'Assise, si è rivelato solido e granitico e ha trovato il vaglio da parte della Corte di Cassazione". Per questo esprime "soddisfazione sotto il profilo professionale e dal punto di vista dell'esito processuale. Giustizia è stata fatta per questa povera donna vittima di un omicidio efferato".

Per Mancini la condanna del medico 54enne è stata possibile grazie a "un'indagine ineccepibile seguita dal sostituto procuratore Cristina D'Aniello, che fin dall'inizio ha avuto un'intuizione investigativa, valutando correttamente come fosse inconcepibile che una madre svanisse nel nulla abbandonando i figli". Infine un ultimo plauso "alla polizia giudiziaria e ai collaboratori" che hanno lavorato per raggiungere la verità in "una vicenda così grave da avere avuto una risonanza nazionale".

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