L'Ascom: "Quasi tutti a Forlì hanno il pos. Ora basta commissioni"

«La grande maggioranza delle attività è dotata del pos, il consumatore già oggi richiede i sistemi di pagamento moderni. I negozi che non ce l’hanno o non si sono ancora adeguati, si contano sulle dita di una mano».

È questa la fotografia del territorio scattata dal direttore della Confcommercio di Forlì, Alberto Zattini. Riflessione che arriva alla luce del nuovo decreto Pnrr che ha introdotto l’obbligatorietà (a partire dal prossimo 30 giugno) da parte degli esercenti di accettare i pagamenti tramite carte di credito e bancomat. In realtà l’obbligo dell’utilizzo del pos è già in vigore dal 2014 ma da giugno 2022 entrerà in gioco anche la multa per i titolari degli esercizi commerciali che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici.

«La multa prevista è di 30 euro, più una maggiorazione del 4% da calcolare sulla base dell’importo che si sarebbe dovuto pagare attraverso il pos – spiega Gabriele Zoli, responsabile dell’area fiscale di Confesercenti di Forlì –. Molte attività ne sono già comunque provviste, forse un po’ meno gli ambulanti del mercato anche se pure in questo caso già in diversi sono aggiornati. Certo che, per questa categoria, bisogna fare presente che non sempre la gestione della connessione è semplice».

Insomma, la nuova normativa non dovrebbe creare troppi problemi dal punto di vista pratico nonostante i controlli a tappeto che le forze dell’ordine sono chiamate a fare. La questione è un’altra, resta aperto il tema delle commissioni bancarie per le transazioni. «È chiaro che non tutti i commercianti sono contenti, in quanto i costi di gestione sono elevati – prosegue Zoli –. Per chi ha un’attività, come può essere un forno, dove sono elevati gli scontrini con importi minimi, le commissioni bancarie vanno in qualche modo ad abbassare o azzerare il guadagno». Proprio questo tema è stato dibattuto più volte dalle associazioni di categoria che hanno chiesto a gran voce, ancora prima dell’arrivo del decreto, di azzerare i costi alle imprese.

«Con la nuova normativa si è andato a chiudere un cerchio, non poteva che essere così. In sostanza, è stata introdotta la sanzione che prima mancava – conclude Zattini –. Non si è tenuto conto, però, delle commissioni che noi, da sempre, chiediamo di annullare. Per certe attività si parla di importi importanti, per cui anche solo lo 0,01 centesimo è troppo. Le imprese non si possono accollare un ulteriore rischio e nuovi costi, soprattutto le attività che già oggi, visto i tempi che stiamo vivendo, faticano e hanno disagi. Se l’intenzione del Governo è quella di combattere l’evasione fiscale e spingere sui pagamenti elettronici, deve fare in modo che l’attività lo aiuti nel suo intento ma certamente non a spese della stessa imprese».

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