L'Arci di Cesena e di Rimini si fondono per rilanciarsi

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Svolta storica nel pianeta Arci. Il comitato cesenate della storica associazione impegnata in ambito sociale, culturale e ricreativo ha deciso di fondersi con quello di Rimini. La decisione, nell’aria da qualche tempo, è stata ufficializzata durante il congresso svoltosi l’11 ottobre. In quel contesto è stata deliberata la fusione, che nasce prima di tutto da qualche difficoltà dell’Arci riminese, che emerge chiaramente da numeri molto risicati rispetto ai gemelli cesenati. Ma la novità decisa ha l’ambizione di essere un primo passo verso una futura nascita di un Arci Romagna, in linea con quello che stanno facendo varie realtà del mondo associativo. In Emilia Romagna è la prima volta nella storia che due comitati si fondono in un unico soggetto. Silvia Cascetta, classe 1973, neo presidente del sodalizio, con un’esperienza ormai ventennale nelle sue file, spiega che Arci Cesena e Arci Rimini «rappresentano due realtà molto diverse e due territori ognuno con le sue peculiarità si mettono insieme per formare un unico soggetto capace di affrontare le sfide di una società profondamente cambiata dalla pandemia». Il nuovo comitato si chiamerà Arci Romagna Cesena Rimini aps e - prosegue Cascetta - «dovrà affrontare un futuro incerto, con una società frammentata e divisa, il problema del caro bollette e con un governo il più a destra della storia repubblicana. Ma crediamo che l’unione delle nostre forze ci permetterà di affrontare le difficoltà. Vogliamo che il valore delle nostre due realtà sia maggiore della somma. Vogliamo che uno più uno non faccia due ma undici. Il terzo settore ha sempre svolto un ruolo fondamentale nel territorio romagnolo di animazione sociale, di cultura diffusa e non vogliamo che la ricchezza dei nostri territori si perda fra speculazioni energetiche e riforma del terzo settore. Per questo abbiamo deciso di unire le forze». Attualmente i circoli affiliati sono 83, di cui 63 a Cesena e 20 a Rimini. Di questi, 39 con somministrazione e 44 associazioni culturali. Le socie e i soci sono complessivamente 9.231, anche in questo caso con un evidente squilibrio territoriale: 7.311 a Cesena e 1.920 a Rimini. Il Covid ha colpito duro: prima della pandemia i circoli nelle due zone erano 96 in tutto, e i cosi e le socie 14.135, quasi cinquemila in più di oggi. Cascetta guarda con fiducia al futuro: «Abbiamo la cultura e i valori della nostra storia associativa per riportare la partecipazione ad essere lo strumento per costruire una società diversa e migliore per sentirci meno impotenti di fronte a un mondo impazzito». Il percorso di fusione non è ancora concluso per quel che riguarda gli aspetti burocratici. Le assemblee congressuali hanno approvato il progetto, ma l’atto davanti al notaio verrà sottoscritto non prima della seconda metà di dicembre e avrà efficacia a partire dal 1° gennaio 2023. Seguirà un’assemblea unitaria per presentare il nuovo comitato alle istituzioni, ai soci e alle socie e a tutti i cittadini.

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