L'anonimato di Marquez: quando il fisico presenta il conto a chi si è spinto oltre i limiti

Marc Marquez arriva in Germania e ci dirà se il cervello può più del corpo. Lo spagnolo al Sachsenring ha vinto nelle ultime 5 edizioni, sempre dominando, dal 2015 al 2019 (lo scorso anno non si è corso qui) e prima anche Dani Pedrosa, sempre con la Honda aveva trionfato. E’ un tracciato che si adatta bene all’Hrc e che Marc sa interpretare al meglio. Lo vedremo davanti? Visto quanto accaduto nelle ultime gare il responso è semplice: no.

La MotoGP, malgrado l’elettronica, chiede tantissimo al fisico di un pilota. Anzi forse è proprio l’elettronica a spingere il corpo a sopportare sforzi eccezionali. Che Marc fosse a rischio lo si era visto un paio di anni fa, al termine di un gran premio del Giappone in cui regalò a sé stesso ed alla Honda l’ennesimo titolo iridato, festeggiando con un gigantesco videogioco: era il 7° titolo, il penultimo, ed eravamo nel 2018. Nel festeggiare gli uscì una spalla già martoriata e plurioperata. Il suo fisico urlava già pietà e vedendo come la MotoGP stava logorando i suoi eroi era chiaro che ciò che non era riuscito agli avversari sarebbe riuscito al tempo: batterlo. Il metodo “Mm93” per essere il più veloce era collaudato: spingere all’eccesso, soprattutto in prova, non risparmiandosi cadute, per poi essere un tornado in gara. Questo ha voluto dire tantissimi voli per lo spagnolo che, ai giornalisti, rispondeva candidamente: "se questo mi permette di vincere gare e titoli, va benissimo avere il record di cadute". Mentre lo affermava con il suo sorrisetto furbo e malandrino il suo fisico, in un angolo, invocavaprobabilmente pietà.

Si è spremuto il campione, con la strafottenza dei giovani e di chi crede di essere eternamente forte. Loris Reggiani, che era stato pilota lo aveva già detto: "Cade tanto e non si fa nulla, questo lo carica ancora di più". Proprio così, ma la natura gli ha presentato il conto ed ora Marc sta pagando, sta pagando tutto e sta pagando salato. Il cervello e la manopola del gas vanno ancora come un tempo, il suo fisico no. Così il campionissimo lotta, stringe i denti, non si fa scrupolo nemmeno di prendere la scia dei più forti per accedere in Q2, ma il podio ancora non lo vede. Nessun pilota Honda lo vede.

La Germania ci dirà se questa sarà la musica che ascolteremo per tutto il 2021 o se il fisico di Marc può reggere un ulteriore sforzo, un nuovo maltrattamento. Adesso la lotta di Marquez non è con gli avversari, ma con i suoi limiti di uomo. Se i primi li ha divorati, al secondo si sta inchinando...come tutti. Quando si mette in scia ad un avversario, quando le prova tutte per cercare di essere ancora il re dimostra il proprio carattere e la sua forza. In un certo senso ricorda l’avversario con cui ha avuto il rapporto più tormentato, Valentino Rossi, entrambi stanno scrivendo pagine della loro storia sportiva diametralmente opposte ai tempi in cui vincevano. Stanno correndo da comprimari e meritano rispetto per questo: la passione va oltre il risultato, ma la grinta e il fisico, forse, non possono portarci oltre ai limiti del nostro corpo.

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