«Il fascino del Paese del Dragone, dove nulla è scontato». Il ministro plenipotenziario Dario Galassi ha presentato il 24 aprile scorso al presidente cinese Xi Jinping le lettere credenziali che lo hanno accreditato quale ambasciatore di San Marino presso la Repubblica popolare cinese. La cerimonia, svoltasi nella sala del popolo, in piazza Tienanmen, è stata la prima dopo oltre due anni di stop dettato dalla pandemia.
Ambasciatore Galassi, sognava questa professione sin da bambino?
«Sono approdato alla carriera diplomatica in modo casuale. Dopo la laurea in Economia e commercio e qualche anno nel settore privato, sono venuto a sapere che San Marino stava costituendo un corpo diplomatico professionale. Era il 1992, la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri stava contattando giovani laureati, soprattutto in Giurisprudenza e Economia. Per pura curiosità mi sono recato a un colloquio e sono stato scelto. La sfida è partita subito, visto l’incarico ricevuto: la missione permanente a New York, presso l’Onu. Anche se non era un sogno nel cassetto, il mio si è rivelato un ambito di sviluppo professionale molto stimolante. Buttato allo sbaraglio negli States, ho imparato sul campo, senza training diplomatico vero e proprio».
Ora è ambasciatore in Cina, come terzo plenipotenziario della Repubblica: cosa l’ha colpita di più di questo Paese?
«Purtroppo è presto per dirlo. A causa della pandemia non ho ancora visitato a fondo la Cina, In tre anni di chiusure c’è stato un solo viaggio ufficiale nello scorso aprile. La certezza è che la Cina è un mondo a parte e per conoscerla non basterebbe una vita. L’aspetto più bello è che niente è scontato e quando si è lì occorre riprogrammare e resettare tutto ogni minuto. La storia millenaria della Cina è un continuum senza cesure particolari. Una realtà che, per ora, conosco soprattutto grazie ai libri e agli incontri con i funzionari pubblici cinesi, con i quali mi confronto su temi di politica estera».
Il capitolo Covid è ormai chiuso?
«Non ci sono più restrizioni vaccinali per entrare nel Paese. In primavera l’uso delle mascherine è stato reso facoltativo. Durante il mio viaggio mi sono sottoposto solo a tamponi alla partenza e prima degli incontri ufficiali. La pandemia è stata comunque molto pesante e ha segnato l’economia cinese ma tirando le somme, il governo sottolinea che, con un miliardo e 400 milioni di abitanti, l’epilogo poteva essere ancora più catastrofico».
Come potenziare l’arrivo dei turisti cinesi sul Titano?
«Il popolo cinese è affascinato dalla nostra Repubblica, il che costituisce un ottimo punto di partenza. Anche se nell’ultimo ventennio, San Marino si è adoperata tantissimo per la promozione turistica a livello internazionale, rimane ancora qualche passaggio da fare. Oltre ad aumentare la visibilità e la promozione del Paese, una soluzione potrebbe essere inserire la visita del nostro territorio come tappa di quei viaggi organizzati che portano in Europa grandi gruppi di turisti cinesi, estendendo poi l’idea anche a visitatori provenienti da altri Paesi asiatici, come Giappone e India, paese, quest’ultimo, in rapida espansione».
Che valore ha la diplomazia per San Marino?
«Un territorio di piccole dimensioni e con poche risorse come il nostro ha sempre puntato sulla diplomazia e sui buoni rapporti con gli altri Paesi e continua a farlo tutt’oggi in una situazione geopolitica molto complicata, dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 al conflitto russo-ucraino di oggi. Questo settore della pubblica amministrazione resta uno strumento fondamentale per proiettare la nostra Repubblicaall’estero».