L'amante di Fellini svelata da Marina Ceratto Boratto

RIMINI. Marina Ceratto Boratto è appassionata. E ne La cartomante di Fellini (Baldini+Castoldi, 2020) riversa tutta la sua fascinazione, tutto l’incanto, il riverbero immortale, che le ha lasciato la fortunata circostanza di avere conosciuto di persona Federico Fellini. Nel raccontare dell’uomo, del genio, dell’amico, ci mette perciò tutta l’enfasi del caso, tutto quel tono dei discepoli folgorati, nel bene e nel male, sulla via del maestro. Del resto se nella vita hai incontrato the Big, il Faro, il Mago, come lo chiamavano, è un po’ come avere incontrato una divinità: non puoi controllare quell’urgenza che ti assale di tradurre quella straordinaria esperienza in testimonianze verbali: per restare al mondo occidentale, da migliaia d’anni in avanti è andata esattamente così…

Figlia di Caterina Boratto

Il “vangelo” secondo Marina – figlia della diva degli anni Trenta Caterina Boratto che Fellini fece di nuovo rifulgere in 8 ½ e Giulietta degli Spiriti – è allora diventata un’opera che nella cerchia degli “adepti” del maestro in molti hanno subito venerato. Accolto con immancabili «ohh», «brava», che ritratto «fluviale e appassionato», «da non perdere», il suo La cartomante di Fellini è una lunga confessione (quasi 500 pagine, capita prenda la noia se non si è amanti del genere simil feuilleton…), un ritratto pubblico e privato del maestro, ma anche un’autobiografia (l’autrice entrò nella cerchia di Fellini dall’età di 16 anni, prese parte al film Block-notes di un regista e fu sul set del Satyricon) che ha tra i pregi quello di squarciare, per la prima volta in maniera così “pubblica” e circostanziata, il velo dell’ipocrisia intorno a certi aspetti della vita privata di Fellini. Quelli che spesso restano relegati al sottovoce, al gossip, spazzati via dalla narrazione dominante del “Federico e Giulietta” amanti perenni, in un mix tra Cico e Pallina (i personaggi radiofonici attraverso i quali avvenne l’incontro della futura coppia Fellini-Masina) e i felici amanti di Love is… E invece…

Anna Giovannini, la Paciocca

Marina Ceratto Boratto dedica un intero capitolo all’Innominata o quasi dalle biografie, ovvero a quella Anna Giovannini che fu amante del regista riminese per ben 37 anni. Non Sandra Milo che pure, e giustamente, continua a rivendicare quel magnifico love affaire andato avanti per oltre tre lustri sopra e sotto le lenzuola, e pare anche con gran soddisfazione (che poi certi ricordi te li porti appresso, e ancora oggi si nota con quanta goliardia, dalla ultraottantenne Sandrocchia). No, l’Anna Giovannini fu un’altra storia. E finalmente qualcuno (anzi qualcuna) e per esteso, la racconta: da testimone.
«Sembrava uscita da un calendario degli anni Trenta, una signora grandi firme dalla voce avvolgente e melodiosa, la voce che hanno gli angeli»: così Marina Ceratto Boratto la descrive nel capitolo che le dedica nel libro.

Quell’incontro nel ’56

Anna Giovannini e Federico Fellini si conobbero nell’estate del 1956. Lei faceva la fotografa e non sapeva chi lui fosse. «Aveva una pelle trasparente, simile a quella di mia madre e gli occhi turchini come di un mare in tempesta» la ricorda Ceratto Boratto. «Grandi fianchi, caviglie sottili, polpacci decisi e seno generoso» era di una «femminilità un po’ demodé»: anche la voce faceva pensare al personaggio di Carla interpretato dalla Milo in 8 ½.
L’autrice de La cartomante di Fellini la conobbe «grazie al mio sesto senso», entrando un giorno per caso in quella farmacia a Roma dove la donna lavorava in quel periodo.

Era cresciuta a Trento, ma era forse di origini istriane: «Quando si accennava alla sua infanzia diventava misteriosa». Aveva una figlia, cui «Fellini all’inizio voleva molto bene». Poi i rapporti si deteriorarono. Ma lei, Anna Giovannini, era la sua Paciocca, la sua Pavoncina.
Cosa amava Fellini in lei? «Era una donna all’antica», che emanava «un tipo di sessualità materna e meno minacciosa di quella intravista nei suoi terrori infantili o adolescenziali». Era diventata amica dei Boratto e andava a fare acquisti nella boutique che l’ex diva aveva aperto a Roma e che era però frequentata anche da Masina. Chissà che non vi fosse sotto il desiderio inconscio del maestro di un incontro tra le due, come già aveva immaginato nel film capolavoro del 1963.

“Fellini degli spiriti” il 23 agosto a Bologna

La cartomante di Fellini, fin dal titolo, porta alla luce anche quell’interesse di Fellini per il mistero, per l’occulto, intorno al quale in molti stanno puntando i riflettori. È dei giorni scorsi l’annuncio che il film documentario Fellini degli spiriti, realizzato da Anselma Dall’Olio (si veda il Corriere Romagna dell’8 gennaio 2020) sarà presentato il 23 agosto in piazza Maggiore a Bologna come anteprima del Festival del cinema ritrovato. Il documentario racconta, per la prima volta, “il mondo non visto”, spirituale e soprannaturale di Federico Fellini attraverso materiali d’archivio di Rai Teche e Istituto Luce, immagini dei suoi film e interviste esclusive.

Le ossessioni oniriche a Sion

Si è aperta invece giovedì 16 luglio a Sion, in Svizzera, al centro culturale della Fondazione Fellini per il Cinema, l’inedita mostra dal titolo Fellini’s oniric obsessions. La mostra offre un’immersione nel film Il viaggio di G. Mastorna, la grande opera incompiuta del maestro. La mostra è curata da Stephane Marti (presidente della Fondazione), Nicolas Rouiller (direttore del Centro Culturale della Fondazione) e Nicolas Brun (vicepresidente della Fondazione) e comprende anche una selezione di disegni del Libro dei sogni, frutto della collaborazione con il Comune di Rimini e Francesca Fabbri Fellini.

Al Museo Fellini una sala sul Fellini magico

Anche il futuro Museo Fellini, infine, avrà una sala dedicata al mago Fellini, all’alchimista, al Mandrake del cinema mondiale. Una intera installazione a forma di stanza troverà spazio al secondo piano del cinema Fulgor.

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