L'albergatore di Rimini: "Non mi interessano i soldi, io continuo ad ospitare i profughi"

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«Io non lo faccio per soldi. Lo faccio per spirito di carità, come mi ha insegnato Cristo, come è scritto nei Vangeli che leggo tutti i giorni». Stefano Lanna ha 45 anni, è padre di famiglia e albergatore riminese. Gestisce il family hotel Margherita di Miramare, dove oggi dà ospitalità a 140 profughi ucraini. Non prende sovvenzioni dallo Stato e non concorre a nessun bando. «So che stanno spostando queste persone nei Cas, (Centri di accoglienza straordinaria, ndr), ma io voglio continuare a dar loro rifugio, a prendermi cura di loro. Non sono così ipocrita da dire che se ci fossero aiuti economici per provvedere al loro sostentamento li rifiuterei, perché le bollette sono da pagare, ma io vado avanti così, con la buona volontà mia e della mia famiglia, e con la solidarietà delle persone, che ogni giorno mi portano cibo e generi di prima di necessità». La determinazione di Stefano, che è padre di quattro figli dai 6 ai 17 anni ed è iscritto all’ordine laico dei Terziari francescani, proviene infatti proprio dallo spirito cristiano. «Ho sempre accolto i senza tetto e i bisognosi nel silenzio - racconta - ora questa storia mi ha portato allo scoperto. Ma lo faccio solo per dare il mio messaggio, per dire che voglio continuare ad aiutare queste persone. Ne conosco le storie drammatiche, ne conosco i nomi, qui sono stati accolti come se fossero a casa, come se fossimo tutti una grande famiglia e so che questo è esattamente quello di cui ora hanno bisogno». La prospettiva che spaventa è infatti quella dei «grandi cameroni che si possono trovare nei Cas, hanno paura di perdere la privacy e di trovarsi in un contesto privo di quell’affetto e quell’amore che c’è qui e che io, a prescindere dai soldi di cui non mi interessa, voglio continuare a dare». L’albergatore di Miramare spiega di aver provveduto a dare comunicazione scritta alla Prefettura delle persone che sta ospitando, e di aver ricevuto le visite sanitarie da parte degli operatori di Ausl Romagna anche ieri. «Se devo partecipare a un bando lo faccio - mette in chiaro Lanna -. Ma lo faccio se è necessario, se mi viene richiesto dalle autorità. Tutto quello che voglio fare ora è vivere il vangelo e metterlo in pratica. Rischia di saltarmi la Pasqua e la stagione ma è lo stesso. Io ho fatto la mia scelta». Nel frattempo, l’albergatore e la sua famiglia, che condivide lo spirito solidale e di accoglienza, ha attivato anche progetti e iniziative per occuparsi del futuro delle donne e dei bambini scappati dall’Ucraina. «Abbiamo fatto partire un progetto con un patronato per dare un lavoro a queste persone, se lo vorranno, e un insegnante di italiano viene qui per dare lezioni ai bambini, in modo che siano più facilitati a scuola».

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