Juventus-Cesena 2-2, quando arbitrava Schachner

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C’è stato un giorno in cui tutte le regole del calcio finirono col ribaltarsi. Quel giorno in cui la Juventus protestava con un arbitro in netta sudditanza verso il Cesena. Buona come barzelletta vero? Il problema è che è accaduto veramente. Il giorno in cui il calcio azionò il ribaltabile è il 23 gennaio 1983: Amintore Fanfani presidente del Consiglio, Sandro Pertini presidente della Repubblica, Ronald Reagan presidente Usa, Jurij Andropov segretario dell’Unione Sovietica, Walter Schachner... sindaco di Cesena. Ecco, appunto: con tutto il rispetto per il primo cittadino cesenate dell’epoca Leopoldo Lucchi, in quella domenica di gennaio decideva tutto Schachner. Che infatti decise.

Gli spot dei giubbotti in pelle

Facciamo un passo indietro di 18 mesi: il Cesena neopromosso in A, nell’estate del 1981 aveva stupito tutti al calciomercato. Così si vide una neopromossa capace di acquistare dall’Austria Vienna il centravanti Scarpa d’Oro 1980, ovvero il migliore cannoniere d’Europa con 34 gol in 35 gare. L’austriaco Walter Schachner aveva 24 anni, due baffoni da taverniere dell’Oktoberfest e una facilità di corsa impressionante. Si presentò in una amichevole estiva contro il Milan che il Cesena vinse 2-0 in casa, allo stadio della Fiorita e la leggenda dice che lo stopper del Milan e della Nazionale Fulvio Collovati ad un certo punto chiese il cambio al suo allenatore Gigi Radice, stanco di fare brutta figura: «Mister, esco, io quello non lo marco».

Sull’onda di un siffatto centravanti, a Cesena lo stadio è sempre pieno: i posti non sono numerati e la gente si accalca ovunque, ammassandosi sopra gradinate in tubi Innocenti che per fortuna seppero reggere l’urto. Schachner a Cesena diventa un fenomeno di costume: gira rudimentali e orrendi spot pubblicitari sulle tv locali pubblicizzando improbabili giubbotti di pelle, cammina in centro al fianco dell’invidiatissima moglie Connie accarezzando bambini e divincolandosi a fatica da orde di pensionati sulle panchine che vogliono sapere tutto di lui e dei suoi prossimi gol.

Gli incroci con la Juve

Schachner è un fuoriclasse che si porta sulle spalle una piccola squadra di provincia, ma da solo non può fare miracoli. O meglio, non sempre. Per esempio: la prima giornata di quel campionato 1981-’82 propone subito al Cesena la trasferta in casa dei campioni d’Italia. Risultato finale: Juventus-Cesena 6-1, con il primo gol della Juve di Roberto Bettega dopo 30 secondi. Un primo gol a tempo di record e il portiere del Cesena Angelo Recchi riceverà in regalo un camion di carciofi di Cerda, messi in palio da uno sponsor a consolazione di chi avesse incassato il primo gol di quel campionato.

Passa un girone d’andata e nel frattempo il Cesena ha cambiato allenatore, passando da G.B. Fabbri a Renato Lucchi. Nel ritorno finisce 1-1: Cesena in vantaggio con Oliviero Garlini, pareggio della Juve con Sergio Brio. La Juve non aveva ancora assaggiato il vero Schachner, lo farà un anno dopo.

Stagione 1982-’83 Juve avanti con Trapattoni, mentre il Cesena si affida a Bruno Bolchi in panchina: l’andata finisce 2-0 per la Juve (Bettega, Platini), mentre il ritorno, beh, il ritorno fa storia a sé.

Cesena-Juventus 2-2, lo scisma

Eccoci al 23 gennaio 1983: a Cesena arriva la Juve che di fatto è l’Italia campione del mondo più il sammarinese Bonini e i marziani Platini e Boniek. Il Cesena? Il Cesena ha un supereroe e si chiama Walter Schachner, che al 17’ vola a raggiungere un lancio dalle retrovie, aziona la velocità supersonica di Goldrake e infila Zoff di destro in diagonale. Cesena in vantaggio 1-0, ma non basta: al 27’ Paolo Rossi azzarda il retropassaggio e Schachner è in anticipo su Cabrini ma non su Gentile, che sta per smistare la palla all’indietro verso Zoff. E invece. E invece succede che Schachner afferri per il braccio sinistro Gentile, trattenendolo platealmente. Gentile si ferma e alza il braccio chiedendo giustizia, così come Cabrini. Tanto adesso l’arbitro fischia. Tanto adesso fischia. Anzi no, non fischia: lo scisma si compie. L’arbitro Mattei lascia correre, Schachner dribbla anche Zoff e sbatte in rete il 2-0 a porta vuota.

Riassumendo: il Cesena fa un gol irregolare alla Juve con l’aiuto dell’arbitro. È il vero minuto da supereroe di Walter Schachner, l’uomo che cambia le gerarchie. I giocatori della Juventus reagiscono come è normale che sia, ovvero impazziscono. Spintonano l’arbitro Mattei che va mentalmente in banana e da quel momento conterà i minuti che lo separano dal fischio finale. Nell’ora di gioco successiva il calcio fa il suo corso, la Juve rimonta fino al 2-2 (Brio, poi Bettega), l’arbitro abbassa lo sguardo ogni volta che Gentile o Tardelli gli ringhiano addosso, mentre il pubblico di Cesena ribolle. Vola addirittura una radiolina in campo vicino allo juventino Marco Tardelli, che nel 1995 verrà ad allenare a Cesena ricordando quell’episodio: «Raccolsi quella radiolina e mi informai sui risultati degli altri campi». Il risultato della Fiorita di Cesena invece restò 2-2 e peccato che in tribuna non ci sia una targa a ricordo dell’impresa di Walter Schachner, l’uomo che fece urlare a tutta la Juve verso l’arbitro: «Smetti di fischiare solo per il Cesena, vogliamo rispetto anche noi».

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