Jermann, i vini del Collio che scavano nella memoria

Silvio Jermann è un uomo che non accetta compromessi. Vignaiolo visionario, la sua idea è quella di un vino che scava nella memoria, innovando il giusto e di profondo legame con la storia della sua famiglia e i profumi della sua terra. Nel 2016, Silvio è stato incoronato come produttore più rappresentativo dei vini bianchi italiani nel mondo e il risultato non è stato casuale né inatteso, poiché frutto di un processo che ha radici lontane e che non cessa di scuotere il mondo del vino: con prodotti di ineccepibile qualità e un rispetto assoluto della terra e dei suoi ritmi a cui si aggiungono le caratteristiche di un winemaker visionario fin da ragazzo, tanto da pensare il concetto di “blend” quando ancora non esisteva. Tutto questo si traduce in “Vintage Tunina”, simbolo della viticoltura italiana nel mondo che oggi ha un importante carnet di riconoscimenti.

Il legame tra la famiglia Jermann e i preziosi chicchi dell’uva ha origine alla fine dell’Ottocento. Più precisamente nel 1881 il trisavolo Anton Jermann giunge a Farra dalla zona di produzione vinicola austriaca del Burgenland e fonda l’azienda dandole il suo cognome. La palla nel 1930 passa al figlio Angelo, oggi 93enne, che continua a portare avanti la tradizione di allevamento delle viti. La grande svolta avviene però negli anni Settanta, quando al timone arriva Silvio – figlio di Angelo e Bruna – rivoluzionando l’azienda la cui maggioranza, all’inizio del 2021, è stata acquisita niente meno che dal gruppo Antinori.

Le due cantine

Uomo eclettico, golfista esperto, imprenditore appassionato, oggi Silvio Jermann produce i suoi vini in due cantine, quella di Farra d’Isonzo e quella di Ruttars, dove si trovano 170 ettari di vigneti. «Lo studio della biodiversità è stato uno dei nostri principali obiettivi sin dall’inizio – racconta il titolare –: sia riguardo all’ecosistema che ospita la vite, che in relazione agli ambienti in cui cresciamo le altre nostre coltivazioni. Le rilevazioni effettuate nei nostri terreni sono eccellenti e ci indicano che la natura è estremamente attiva e in ottima salute, con una presenza che va da 75 a 130 differenti specie. Le certificazioni che abbiamo conquistato in questi anni di lavoro – aggiunge – collocano i nostri vigneti fra i migliori atti a garantire la qualità e la riproduzione degli innesti per le piante da vite. A tutto ciò hanno contribuito senz’altro importanti fattori e scelte di conduzione della terra».

Isonzo

L’amore per la terra è ciò che muove questa grande perla del Collio friulano, rinomata per i suoi bianchi d’eccezione ma anche per i suoi rossi robusti. Volendo tornare alle origini, però, bisogna andare a Villanova di Farra, dove si trova la zona di produzione Isonzo, «costituita – dice Silvio – da una pianura formata da depositi alluvionali, situata a sud del Collio e al confine con la Slovenia». La temperatura e le condizioni climatiche sono ideali per l’allevamento della vite, grazie alla termoregolazione dovuta all’influenza del Mare Adriatico dal versante sud e alla protezione garantita dalle catene montuose che racchiudono la pianura a nord.

Ruttars

La voglia di nuove sfide, il 7 luglio del 2007 ha poi portato il patron di casa Jermann a inaugurare la tenuta di Ruttars, nel cuore di Dolegna del Collio. Qui innovazione tecnologica e tradizione si intrecciano dentro una cantina progettata per essere al cento per cento rispettosa dell’ambiente e nelle cui viscere nascono i pregiati Capo Martino e Vignatruss, Where Dreams e Vintage Tunina. Il terreno qui è leggero e fresco. Le temperature non troppo calde e le notti fredde permettono agli aromi e ai profumi di non disperdersi, e di arrivare dal grappolo direttamente al vino. «Circa 100 milioni di anni fa – racconta Silvio –, in questa zona l’erosione creata dalle acque diede vita alla “ponca”, l’impasto caratteristico del Collio, un suolo profondamente stratificato e ricco di marne e arenarie, alveo ideale per l’allevamento di viti di alta qualità».

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