Un itinerario di 700 km tra borghi e foreste dell’Appennino romagnolo in sella a una Zero Motorcycle SR/S: silenzio, adrenalina e sostenibilità in un tour a emissioni zero

Itinerari
  • 27 ottobre 2025

Con un itinerario di 700 chilometri, attraversando gli spettacolari passi dell’Appennino romagnolo, nasce Romagna Electric Motorcycle, la versione “green” della Terra dei Motori pensata per moto a zero emissioni come la Zero Motorcycle SR/S. Lungo 700 chilometri, è un itinerario che attraversa alcuni dei passi più belli e adrenalinici dell’Appennino romagnolo, pensato per moto full-electric nato per dimostrare sul campo che non solo questi mezzi ecocompatibili non producono emissioni nocive, ma che la Romagna e le sue infrastrutture sono pronte già oggi a garantire anche un turismo su due ruote più green e rispettoso dell’ambiente.

E’ solo un fruscio leggero come il vento il rumore che ci accompagna mentre attraversiamo la foresta custodita da secoli dai monaci camaldolesi di San Romualdo in sella alla nostra Zero Motorcycles. Siamo nel cuore del Casentino impegnati in questo viaggio del tutto particolare per testare sul campo pregi e limiti del viaggiare con una moto elettrica al 100% proprio come lo è la SR/S della Zero Motorcycles che la filiale italiana della Casa californiana ha voluto metterci a disposizione. L’abbiamo fatto in una maniera non edulcorata, magari con accessori speciali come la ricarica veloce, immergendoci nello scenario dell’Appennino romagnolo lungo strade e stradine che si fanno largo tra i boschi, per risalire fiumi e toccare cascate, fino a giungere e superare i passi appenninici dai nomi epici che tutti i motociclisti da queste parti hanno nel cuore.

Pronti? Via! individuate le colonnine di ricarica lungo il percorso si parte da Rimini per risalire verso il monte seguendo la valle del fiume Marecchia. Alla ex statale che in una settantina di km nel traffico ci porterebbe velocemente in cima a Passo di Viamaggio, preferiamo un itinerario minore e discreto che, correndo sulle strade secondarie di crinale, ci porterà a incontrare bellezze storiche e naturalistiche uniche. Verucchio col suo castello ad esempio, che conserva le tracce uniche e meravigliose della civiltà protoetrusca dei villanoviani, a cui giungiamo seguendo una tra le più belle strade di crinale della Romagna come via SantaCristina. Ma è proseguendo lungo la strada che inerpicandosi, curva dopo curva, ci porterà fino alla fortezza di San Leo, che il gusto di guidare questa potente moto elettrica da 110 cv e 191 Nm di coppia può iniziare manifestarsi in tutta la sua potenzialità: con la frenata possente in ingresso di curva, in piega o in ripresa dopo i tornantini, ma anche col silenzio che ci accompagna nella guida.

Con un occhio alla percentuale di carica che appare sul cruscotto, proseguiamo veloci verso l’entroterra per arrivare a Carpegna col suo palazzo dei Principi e rimanere colpiti davanti alla magnificenza dei Sassi di Simone e Simoncello, i blocchi d’arenaria che, circondati da una foresta bellissima, 130 milioni d’anni fa scivolarono lentamente dal Tirreno fino a qui su un mare d’argilla tanto da far chiamare quel fenomeno dai geologi “colata gravitativa della Val Marecchia”. Superato il Passo della Cantoniera, si scende verso Pennabilli, il borgo da cui prese origine la famiglia dei Malatesta e dove Tonino Guerra, uno degli sceneggiatori preferiti da Federico Fellini, trovò nuova linfa alla propria poetica visionaria che le installazioni artistiche disperse in valle ancor oggi raccontano. E’ qui che, dopo i primi 80 km di viaggio, abbiamo programmato la sosta per ricaricare sia l’equipaggio, magari con una piada straboccante di alici marinate e misticanza, che la moto, agganciandoci a una delle colonnine di ricarica elettrica presenti in paese. Un’ora esatta e con un bel “100%” sul cruscotto siamo pronti a ripartire fino alla meta forti di un “pieno” che ci porterà senza problemi fino a Bagno di Romagna dopo aver percorso altri 105 km.

Bagno di Romagna, uno spettacolo arrivarci, una magia lasciarla per affrontare uno dopo l’altro i più bei passi degli Appennini romagnoli. E’ un grande piacere iniziare a salire verso i 1.173 metri d’altezza del Passo dei Mandrioli che, dopo le ferite degli scorsi anni, è tornato alla piena funzionalità. Già al chilometro 5 prende avvio lo spettacolare tratto detto “delle scalacce”, l’imponente formazione marnoso-arenacea che con i sui gradoni costeggia fino al valico la strada. La guida sportiva, in due e con bagaglio, tra le curve e i tornanti che ci portano in vetta, non è proprio il massimo per i consumi ma avremo modo di rinfrancarci quando la discesa e la frenata daranno il proprio contributo significativo nella ricarica di una moto elettrica come la Zero Motorcycles. E’ solo il primo tra i passi epici che supereremo nella giornata godendo del piacere di viaggiare con una moto che sa regalare un silenzio quasi surreale nella guida e di un motore non genera calore. Vi è poi - perché no? - un plus ed è il piacere intrinseco di non immettere un sol grammo di CO2 guidando immersi nella meraviglia della natura che ci circonda, come quando tra gli abeti secolari delle foreste camaldolesi lungo lo sterrato del Passo dei Fangacci incontriamo un capriolo che, sorpreso di non aver sentito il solito rumore di una moto arrivare, scartando con un balzo si spaventa quasi più di noi.

Dopo il “rabbocco” d’energia a Poppi e non aver mancato l’incontro fiabesco con Pieve Romena e la sua lavanda in terra toscana, eccoci in breve a Stia pronti per affrontare le curve e i tornanti di un altro passo mitico come quello della Calla (1.296 m.) e la sosta meritata di Campigna dove non possiamo mancare all’appuntamento col panino con la finocchiona che ci attende all’Alpen Bar (sic!). La corsa verso la magia di Brisighella rappresenta la fine di una giornata e dei 188 km che anche oggi abbiamo percorso. A Brisighella, borgo squisito emagnifico dell’entroterra faentino, è presso un supermercato della grande distribuzione che troviamo l’opportunità che avevamo programmato per ricaricare la SR/S dai consumi di giornata ed essere pronti alle nuove avventure che ci attendono l’indomani. Un’opportunità che ci ha anche guidato nella scelta dell’hotel che, ma lo scopriremo poi, oltre a una rinfrescante piscina, è dotato al suo ingresso proprio una colonnina per la ricarica dei mezzi elettrici come il nostro.

Se la dolcezza di Brisighella ci aveva stregato, l’attraversare i panorami della Valle del Gesso romagnola ci commuove per la bellezza del suo paesaggio dove le colline sono solcate dalla spettacolare dorsale grigio argentea che interrompe bruscamente i dolci profili collinari della Romagna, un vero e proprio “monumento geologico” con una storia lunga almeno 6 milioni di anni. Superata la valle del Senio siamo presto a Fontanelice per seguire il corso del Santerno fino a Castel del Rio, l’ultimo comune “romagnolo” della valle che oltre alla splendida rocca conserva ponte Alidosi, un ponte in pietra a schiena d’asino annoverato tra i monumenti nazionali dal 1817. Poco oltre, all’altezza di Coniale imboccando la strada della Faggiola, entriamo nell’intimità di questa terra meravigliosa e dolce raggiungendo, superato il valico del Paretaio, Palazzuolo sul Senio e Marradi, per proseguire sulla SP74 fino a San Benedetto in Alpe e raggiungere la SS67 che ci porterà, tornante dopo tornante, fino al Passo del Muraglione a 907 metri d’altezza. Il Muraglione ha una storia antica ed è forse il passo che più affascina le centinaia di motociclisti che lo affollano specie nei week end, ma non è usuale neppure per loro dividere curve e divertimento con una moto del tutto speciale che non fa rumore ma si fa rispettare. La discesa che ora ci aspetta fino a Premilcuore e poi a Corniolo è un godimento fino all’arrivo in albergo dove potremo ricaricare la moto collegandoci, in mancanza di colonnine pubbliche, alle prese elettriche del gestore che, avvalendosi di un proprio impianto fotovoltaico, porta a zero oltre al tasso d’inquinamento i consumi del nostro viaggio chiudendo un circuito virtuoso.

All’indomani, dopo una notte trascorsa tra il fresco dei boschi mentre la nostra Zero Motorcycles conclude il pieno di carica, è giunto il momento di scendere a destinazione. Per bellezza e godimento gli ultimi 165 km sono pari a quelli dei tre giorni di viaggio appena trascorsi a cominciare dalla visita alla diga di Ridracoli che dalle montagne del Casentino raccoglie, conserva e gestisce l’oro blu con cui si abbevera l’intera Romagna. Superato il Passo del Carnaio, siamo ben presto a Sarsina, la città di Plauto, per arrivare poi, attraversato il Savio, a Perticara e da qui fino a Sogliano sul Rubicone, luogo cult della Nove Colli. I campi gialli di sole e di ciò che rimane del grano, dove mucche e vitellini sono guardati a vista dalla possanza del toro, sono ciò che ci accompagna per i chilometri che ancora ci separano dalla meta, in un godimento silenzioso dove la Zero Motorcycles si immerge in sintonia, leggera leggera. Sogliano sul Rubicone con la sua bella piazza che racconta al contempo storie antiche e vicine come quando nei mesi autunnali è vissuta dalle sagre dedicate al Formaggio di Fossa. E poi Santarcangelo, magari raggiunta dopo una sosta in uno dei balconi più belli della Romagna come San Giovanni in Galilea. Infine, si torna ancora una volta a Rimini chiudendo col cerchio un’avventura e un itinerario lungo 700 chilometri, da percorrere in quattro giorni immersi nel silenzio e nell’emozione che una moto elettrica come la SR/S sa regalare a dispetto dei detrattori che, magari senza averla mai provata, non esitano a denigrare.

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