L’ultimo guardiano di Libiano «e’ un set»

Macché paese fantasma! Questo è il set di un film». Spacca la legna perché il ritmo lo rilassa «come una musica», guida ben oltre i confini di Maiolo dove abitano i suoi parenti e, a 78 anni suonati, si sente ancora «un vecchietto abbastanza tosto». Vittorino Giorgi è l’ultimo abitante, il custode e la memoria storica di Libiano, borgo incastonato nel cuore della Valmarecchia, poco distante da Novafeltria.
Giorgi, com’è vivere da solo in mezzo alla natura?
«Un sogno ad occhi aperti. A incantarmi sono il silenzio e lo splendore delle stelle ma è quando cala la nebbia che il paesaggio si fa magico».
Una definizione per il suo borgo?
«Dico sempre che è l’ultimo paese creato dal Padre Eterno e consiglio di girarci un film. Non servono effetti speciali: dal canto degli uccelli al fiume che scorre c’è già tutto. I caprioli passeggiano vicino a casa mentre i cinghiali vanno a caccia. Non c’è gara con le città. Mi sono trasferito in Lombardia nel 1971 per lavorare come operaio, tornando una ventina d’anni fa. Dei 360 abitanti di quand’ero bambino, ne ritrovai una decina. Oggi, invece, sono l’unico».
Come la mettiamo con la mancanza di negozi e servizi?
«Ho un orticello e un bosco che bastano a soddisfare ogni necessità secondo il ritmo delle stagioni ma nei dintorni non mancano negozietti. A darmi una mano è la compagna a cui sono legato da due anni, fermo restando che ognuno vive a casa propria per salvaguardare l’indipendenza. Alla sera recitiamo il rosario sperando che Dio ce la mandi buona. Non sono troppo convinto ma nel dubbio preferisco pregare».
Passatempi?
«Gioco a carte ma non a Torricella che richiama giovani di 50 anni, bensì all’Acli di Novafeltria dove risulto il ragazzino della comitiva. Ci siamo ripromessi di arrivare a cento anni, vedremo come andrà. Intanto ci divertiamo a Tressette e scopa, anche se talvolta dimentichiamo le regole e improvvisiamo. Poi c’è l’impegno del tiro a piattello a gestione familiare che attira ancora clienti. Il tempo rimanente è dedicato ai miei 8 ettari di terreno, di cui 4 ammantati dal bosco che d’autunno si accende di colori anche se, quanto a bellezza, non scherza neanche l’estate».
I turisti sono invadenti?
«All’inizio fotografano tutto e mi stanno alla larga immaginando che sia un tipo selvatico come il nonno di Heidi. Quando capiscono che assomiglio ai dolci dalla scorza dura e il cuore tenero, si avvicinano e rompono il ghiaccio chiedendo un selfie. Qualcuno domanda: “Ti posso toccare?” e io ribatto che non sono un reperto archeologico».
Nessun vizio in paradiso?
«Fumo qualche sigaretta mentre disdegno l’alcol, persino i liquori fatti in casa».
Consiglierebbe di trasferirsi a Libiano?
«Certo che sì: la legna arde nel camino, il Natale sembra uscito da una cartolina e la natura incontaminata ripaga da ogni pena».