Isee, Caf con l’acqua alla gola: i fondi sono agli sgoccioli

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Quale sia il perimetro dell’emergenza lo spiega bene Raffaele Vicidomini, responsabile di Teorema Cgil Ravenna, con i dati delle pratiche Isee effettuate sul suo territorio: «Come sindacato – dice – in tutto il 2021 abbiamo inviato all’Inps 12.353 pratiche, nei primi quattro mesi di quest’anno ne abbiamo già inviate 12.318». È così che si chiarisce il perché del polverone sollevato dai Caf negli ultimi giorni, secondo i quali i fondi messi a disposizione annualmente dal Governo sono già praticamente del tutto esauriti. La conseguenza sarebbe quella di iniziare a far pagare le pratiche Isee ai cittadini che le richiedono, ma stiamo parlando di persone che domandano aiuto allo Stato, alle Regioni o ai Comuni. «Proprio per questo – spiega Maria Licata, responsabile del Caf Uil di Ravenna – non abbiamo mai fatto pagare, e faremo quanto possibile per evitare anche quest’anno una tale evenienza davvero spiacevole». Il problema è che, una volta terminato il denaro pubblico, i Centri di assistenza fiscale sarebbero perfettamente autorizzati a farsi pagare per il servizio reso. «Prima arrivavamo a settembre con dei problemi – interviene sempre la Licata –, a volte persino ottobre», tuttavia l’introduzione dell’assegno unico quest’anno ha generato una corsa alle richieste di Isee.

La congestione

La convenzione annuale stipulata tra Caf e Inps attualmente vale circa 117 milioni di euro a livello nazionale, a cui l’istituto ne ha aggiunti altri sette di risparmi per gli Isee 2022. Purtroppo, però, i fondi sono già agli sgoccioli e giovedì scorso la Consulta dei Caf, capitanata da Giovanni Angileri, ha avuto un incontro urgente con la ministra per la famiglia Elena Bonetti, che sarebbe pronta a sostenere la richiesta di rifinanziamento delle risorse. Secondo i calcoli servirebbero almeno altri 32 milioni di euro per arrivare alla fine dell’anno.

Come si diceva prima, la particolare congestione avvenuta quest’anno sarebbe da imputare alle scadenze dell’assegno unico. E sì, perché chi inviava le pratiche entro fine febbraio avrebbe iniziato a ricevere il denaro già a partire da marzo. Adesso, inoltre, c’è una nuova scadenza, ossia quella del 30 giugno, entro la quale si riuscirebbero ad ottenere gli arretrati. «Dopodiché – aggiunge Licata della Uil ravennate – prenderanno avvio le pratiche per i contributi dei bandi delle scuole, per le università, per i libri scolastici; oltre chiaramente al reddito di cittadinanza». Tutte richieste per le quali è necessario l’Isee, la maggior parte dei quali vengono fatti proprio per chiedere degli aiuti.

I numeri

Gestire una mole del genere di lavoro non sarebbe facile per nessuno e se fatto gratuitamente rischia di diventare davvero impossibile. «Noi siamo qui per fornire un servizio –ricorda Maria Licata della Uil –. Un servizio che non sarebbe nostra intenzione far pagare», il problema è che per far fronte all’aumento delle richieste la Uil, ad esempio, ha dovuto assumere del personale in più da dedicare proprio al loro Centro di assistenza fiscale.

Parlando di numeri, la Uil lo scorso anno ha sbrigato qualcosa come 5.200 pratiche di Isee in provincia di Ravenna, 2.600 circa in provincia di Rimini, altre 2.400 a Forlì e infine più di 2.800 a Cesena. Tra l’altro, come confermato da Vicidomini della Cgil, si tratta di numeri in salita continua. «Negli ultimi cinque anni le richieste sono sempre state in aumento» chiarisce il responsabile di Teorema Ravenna. «Nel 2018 – ricorda – come Cgil ne facemmo 7.269, mentre lo scorso anno, come dicevo prima, abbiamo chiuso ben oltre le 12mila» con una crescita secca del settanta per cento delle pratiche in pochi anni. Tutti documenti, tra l’altro, che sono alla base degli aiuti per persone e famiglie meno fortunate e che, tramite l’Isee, chiedono sostegni per pagare l’affitto, servizi di assistenza sanitaria, reddito di cittadinanza, accesso alle case popolari e altro ancora.

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