Isabella Leardini: poesia, a volte ne bastano solo due grammi

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L’ artista Giovanni Turria possiede una delle più ampie e preziose collezioni di macchine da stampa in Italia, nella sua officina di Vicenza gli occhi si perdono tra cassetti di caratteri mobili e torchi di ghisa; alcuni risalgono addirittura alla metà dell’Ottocento, altri sono preziosi cimeli novecenteschi perfettamente funzionanti che permettono di riscoprire la sensorialità della tipografia, dal profumo dell’inchiostro, denso come una marmellata scura quando lo si stende con piccoli rulli, fino al piacere di far scorrere le dita sulle parole stampate a tipo impressione. Qui sono entrati premi Nobel come Derek Walcott, nomi immensi della poesia internazionale come Yves Bonnefoy, grandi poeti italiani come Edoardo Sanguineti e Fernando Bandini; hanno stampato personalmente le proprie parole insieme all’artista.

Il Novecento è stato il secolo delle plaquette, grazie a editori come Vanni Scheiwiller o Alberto Casiraghy, i grandi poeti del secolo scorso hanno utilizzato la piccola forma editoriale per anticipare quelli che sarebbero diventati i grandi libri della loro storia, segnando continue collaborazioni con gli artisti. Grazie a chi come Turria fa scuola, questa tradizione resiste e si evolve, sono già nate piccole tipografie d’arte gestite da giovani, ben lontano dall’essere soltanto un vezzo vintage questa tecnica dialoga con il presente.

Oggi l’abitudine al digitale e le grandi tirature commerciali ci hanno restituito il gusto della rarità: una piccola edizione rende ancor più prezioso l’oggetto letterario, tanto più se stampato a mano su carta artigianale. Sono proprio i giovani a essere maggiormente attratti da queste esperienze editoriali, loro che non hanno conosciuto l’editoria novecentesca scoprono la bellezza di queste forme eleganti e lievi.

Già da qualche anno Turria ha creato le collezioni Monodose, apparentemente pop ma in realtà di fattura raffinatissima, sono piccole serie di poesie confezionate singolarmente e poi raccolte in una preziosa scatolina, anch’essa stampata a mano. L’Editore Ronzani, che sta diventando punto di riferimento in Italia per quanto riguarda i testi dedicati alla tipografia, da subito ha preso a cuore il progetto portandolo nelle maggiori fiere dedicate all’editoria indipendente. Le serie dedicate ai classici si sono volatilizzate non appena messe in commercio, oggi Ronzani scommette insieme all’artista sulla contemporaneità. Convinto che il progetto debba essere in stretto rapporto con la poesia delle nuove generazioni, Turria ha voluto dedicare la serie delle nuove Overdose in uscita il 3 settembre alle ultime generazioni della poesia italiana, una delle scatoline sarà dedicata agli autori Ronzani, le altre quattro, con una scansione generazionale, racchiudono 20 voci di autori nati dal 1970 al 2000, alcuni di essi sono già affermati nel panorama contemporaneo e pubblicano per le maggiori collane, altri sono giovani emergenti nati negli anni Novanta, nell’ultima scatolina sono racchiuse le giovanissime promesse che appartengono già a questo millennio, come segno della grande avventura in divenire della poesia.

Una dose extra di stupore, recita il retro della scatolina, che nel gioco di allusioni mostra quanto peso abbiano le parole, anche nella loro più esile forma. Due grammi di poesia possono accogliere il peso del mondo e restituirci la leggerezza perduta.

Per info: ronzanieditore.it

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