Io sono una signora: cinque voci di donna sul palco del Petrella

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Il teatro Petrella di Longiano riaccende il palcoscenico; questa sera alle 21.30 cinque voci sullo stesso palco si uniscono nel progetto dal titolo “Ringrazia che sono una signora”, quattro appuntamenti declinati al femminile. Il concerto è in partnership con l’associazione Musica di Seta fondata da Chiara Raggi (1982) cantautrice riminese che, al di là delle virtù artistiche, vuole dare voce al mondo delle cantautrici, spesso sommerso.

Ci racconti Chiara, perché ha ideato questa associazione?

«Con Musica di Seta ho voluto costruire una sorta di casa esclusivamente per le cantautrici; ci dedichiamo a produzioni, concerti, eventi, dischi, per accompagnare le artiste nei loro percorsi sia di produzione artistica, sia di tutela e cura dei progetti. Succede di sentirsi sole in questo lavoro; cerchiamo di controbattere costruendo progetti insieme».

Quali sono gli argomenti che vi preme più sollevare?

«Ci interessa molto approfondire la disparità di genere all’interno dell’industria musicale, coinvolge sia me, sia la maggior parte delle mie colleghe. Cerchiamo perciò di sviscerare i punti sui quali c’è ancora tanto da fare. Facciamo anche divulgazione; abbiamo un magazine in cui scriviamo di musica d’autrice, di dischi, di nuove uscite…».

Dove la disparità di genere si evidenzia di più?

«Sicuramente nella presenza sui palcoscenici; in questo senso la rassegna del Petrella è importante perché dedicata all’autorialità dell’artista donna. Basta soffermarsi sulla lettura dei cartelloni per dedurre la disparità, le presenze di cantautrici sono molte di meno. Al di là del cantare, esiste disparità anche nei ruoli professionali del sistema musicale: produzione, arrangiamento, direzione artistica, tecnica del suono».

Non pensa che, nel caso dell’autorialità, al di là del sesso di chi canta debba prevalere la canzone migliore?

«Certo, una canzone va valutata oggettivamente non da chi l’ha scritta, se uomo o donna. Sarò ben lieta di aprire le porte agli uomini quando ce ne sarà bisogno, ma per ora sono convinta che c’è bisogno di realtà che spingono sul focus dell’autorialità di genere. “Ringrazia che sono una signora” ci rappresenta molto. Il titolo mi ha fatto sorridere amaramente, tante volte in vent’anni di professione ho detto questa frase, ma tante altre l’ho dovuta ingoiare in silenzio».

Chi sono le protagoniste del concerto inaugurale del Petrella?

«Sono cantautrici che stimo, scelte da Cronopios. La più giovane è Milena Mingotti (1997) di Imola, voce e piano, pluripremiata anche dal Mei; c’è la forlivese Paola Sabbatani che ha una storia di impegno civile importante, accompagnata dal chitarrista Daniele Santimone. E poi Elisa Ridolfi voce anche di fado, che ha un album in uscita, con lei la cantante pianista Stefania Paterniani. E ci sono io, voce e chitarra, che estraggo dall’album “La natura e la pazienza”. Ci alterniamo in set acustici di 20 minuti e canzoni del nostro repertorio. In chiusura faremo una sorpresa: un finale collettivo in cui uniamo quattro mondi in condivisione musicale in coralità, per fare sentire il nostro grido. Insieme faremo un inno alla libertà».

Come prosegue il percorso di Musica di Seta?

«Nel 2023 ci attendono tre nuove produzioni di una cantautrice abruzzese, della piemontese Adele Gertosio (2001) in arte Adelesecanto, e poi il mio nuovo album in esperanto, unica italiana a cantare in questa lingua. Il 2 e 3 dicembre a Bologna inauguriamo il primo format di festival itinerante di Musica di Seta, concerti e presentazione di libri, al Gallery 16, club con sala da concerto e bookshop».

Perché canta in esperanto, è forse lingua più comunicativa?

«Ho imparato l’esperanto nel 2018, quando la Federazione esperantisti italiana (Fei) mi chiese di cantare in questa lingua al Congresso nazionale di San Marino. Nel 2023 uscirà “Nuda”, mio nuovo album in esperanto. È una lingua molto musicale che mi appassiona. Ho scoperto tante comunità di esperanto nel mondo. Ed è stato emozionante cantare davanti a un pubblico di tanti Paesi dei continenti che capivano le mie parole, davvero un’esperienza molto forte».

Euro 10, info@ilteatropetrella.it

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