I canoni d’affitto chiesti agli assegnatari delle case popolari sono un’inezia rispetto a quelli d’oro fatti pagare sul libero mercato, ma per tanti inquilini degli alloggi erp gestiti da Acer sul territorio cesenate riuscire a onorare gli impegni è un’impresa ardua. Tanto che periodicamente il Comune deve intervenire per coprire versamenti non fatti, sia relativi alla locazione, sia riferiti alle spese condominiali. Non per cattiva volontà degli interessati ma per problemi crescenti con cui le famiglie devono fare i conti in una fase in cui il costo della vita è esploso. E l’inflazione è una mannaia per chi già non naviga in buone acque, come è il caso di chi ottiene una casa popolare, che è riservata a chi ha redditi ridotti all’osso.
Di recente l’Unione dei Comuni Valle Savio, che oltre a Cesena comprende Montiano, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna e Verghereto, ha attinto al Fondi di solidarietà per alloggi erp, che ha proprio la funzione di fare fronte a queste situazioni e viene alimentato dall’amministrazione comunale versando 50mila euro all’anno alla stessa Unione. Lasciare incancrenire le situazioni critiche avrebbe infatti un doppio impatto negativo. Da una parte, finirebbe per minare gli equilibri di bilancio di Acer, l’agenzia pubblica di Forlì-Cesena che gestisce le case popolari per conto dei Comuni. Dall’altra parte, chi non riesce a pagare quanto dovuto, se non ci fosse questo paracadute, finirebbe schiacciato dai debiti, finché diventerebbe inevitabile estrometterlo dall’alloggio per morosità.
Ovviamente i casi in cui l’ente locale fa da “tappa-buchi” sono quelli della morosità incolpevole, cioè dovuta a reali difficoltà economiche di carattere straordinario, e non a cattiva volontà degli inquilini. Perciò le richieste per ottenere questo aiuto vengono attentamente vagliate, sulla base delle relazioni degli assistenti sociali.
Sfiorano la somma di 18mila euro i contributi che l’Ufficio casa dell’Unione ha deciso in queste settimane di erogare a favore di 19 inquilini delle case popolari con l’acqua alla gola, che hanno accumulato debiti per canoni e spese condominiali non versati. Gli importi concessi vanno da un minimo di 300 euro fino a una somma complessiva di oltre 4.300 euro a sostegno di un assegnatario che ha ricevuto aiuti riferiti a cinque distinte morosità che coprono gli anni 2021, 2022 e 2023.