In tutto il Mediterraneo raccolte oltre dieci tonnellate di rifiuti

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Se gli attuali trend d’inquinamento non verranno modificati, nel 2050 il peso della plastica presente nelle nostre acque supererà quello dei pesci. Un’emergenza che tocca profondamente anche il Mediterraneo, che raccoglie grandi quantitativi di plastica e li restituisce in parte su coste e spiagge. Per la Giornata mondiale degli Oceani 2021, istituita dall’Onu e celebrata l’8 giugno di ogni anno, Legambiente ha reso noto i dati rilevati durante la 28esima edizione di Clean Up The Med, campagna organizzata dalla stessa associazione per la riduzione dei rifiuti marini. Si tratta di una delle più importanti iniziative di volontariato del Mar Mediterraneo, promossa da Common (Coastal Management and Monitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), progetto europeo finanziato da Eni Cbc Med e coordinato da Legambiente che coinvolge Italia, Libano e Tunisia con l’obiettivo di tutelare le coste del Mediterraneo dal marine litter attraverso una gestione sostenibile. Hanno aderito all’iniziativa più di 80 organizzazioni, provenienti da 16 Paesi diversi: Italia, Francia, Spagna, Algeria, Libano, Tunisia, Egitto, Palestina, Croazia, Cipro, Marocco, Malta, Turchia, Libia, Grecia e Monaco. I chilometri di spiaggia ripulita dai rifiuti mostrano come il problema dell’incuria e del cattivo smaltimento accomuni tutta l’area mediterranea: alle plastiche monouso, ubiquitarie e ritrovate in gran quantitativi sulle coste battute, si aggiungono reti da pesca, cicche di sigaretta, legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine e dispositivi sanitari legati all’emergenza Covid-19. Oltre il 90% dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: primi fra tutti, bottiglie e bottigliette, seguite da tappi, bicchieri e frammenti eterogenei. In oltre il 60% delle spiagge ripulite sono stati ritrovati guanti, mascherine o rifiuti legati alla cattiva gestione dei Dpi. Nella top five dei rifiuti più trovati cotton fioc, tappi, reti da pesca, bottiglie di plastica e mozziconi di sigaretta. «I dati rilevati nell’ultima edizione di Clean up The Med ci raccontano ancora una volta di un ecosistema in sofferenza e soffocato dalla plastica, dall’Italia all’Algeria, dalla Spagna alla Palestina. C’è l’urgenza assoluta di adottare politiche comuni a tutte le coste del Mediterraneo nella gestione dei rifiuti, sia nella loro produzione che nel loro smaltimento», commenta Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente. «A livello europeo la direttiva Sup, per ridurre il monouso in plastica, e a livello nazionale, il decreto legislativo per il suo recepimento rappresentano un traguardo importante – aggiunge - Speriamo che quest’ultimo si concretizzi entro il termine stabilito al 3 luglio senza prevedere proroghe, e adottando alcuni miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda la deroga alle plastiche compostabili. Ma per mettere in atto una vera e propria rivoluzione contro il marine litter occorrerà estendere il bando dell’usa e getta a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, unito a norme più stringenti anche sugli altri rifiuti più comuni che si trovano sulle spiagge».

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