Il paradosso: in ospedale senza green pass? Il tampone è a carico dell'Ausl

Cesena

In ospedale per visite ed accompagnamenti si entra solo col green pass a meno che... uno il green pass non ce l’abbia. A quel punto l’accompagnatore del paziente o il visitatore finirà per diventare un problema ulteriore per l’Ausl stessa. Sarà infatti preso in carico dai reparti, che dovranno sottoporlo a tampone (spesa a carico dell’ente pubblico) e dare il via libera alla visita o all’accompagnamento del paziente una volta ottenuta la negatività alla prova. Le nuove regole d’accesso agli ospedali appena varate non sono così rigide come apparse negli annunci che le hanno precedute. Le Ausl, e quindi anche l’Ausl romagnola, hanno dovuto mantenere larghe le maglie delle “restrizioni” anti covid. Una necessità dettata dall’aiutare quei pazienti che (e ce ne sono) hanno una sola persona al mondo che li possa aiutare o accompagnare: ed in quel caso, se la persona è senza green pass, deve poter comunque accedere. La cosa in astratto è di per sé logica ma il timore che finisca soprattutto per far fare salti di gioia agli anti vaccino ed ai vari no green pass che continuano costantemente a cercare scappatoie per eludere le regole. Il regolamento di accesso agli ospedali è stato varato già con di per sé alcuni “distinguo”. Legati a chi il vaccino non lo può fare, o ai minorenni o ad alacune categorie protette particolari. Tra chi può entrare senza green pass per accompagnare o visitare pazienti poi ci sono anche i visitatori che arrivano all’ospedale in modo urgente e non programmato; e pure gli accompagnatori/visitatori/caregiver di persone definite “con disabilità fisica, psichica o cognitiva non certificata che ne richiedano il supporto”. Basta dunque che si tratti di un ingresso in ospedale urgente o che il paziente auto certifichi una esigenza qualsiasi di avere con sé “proprio quella persona” che la necessità del green pass salta ed il visitatore diventa in solido un “secondo caso” da gestire per i reparti. In quel momento infatti, un infermiere di reparto dovrà in qualche maniera accogliere anche il visitatore - accompagnatore. Chiedergli se disponga di un certificato di negatività dato da un tampone svolto nelle ultime 48 ore e nel caso non ci sia far eseguire un tampone al visitatore. Attenderne il risultato negativo e dargli il via libera per accompagnare il parente o amico che sta accompagnando. Il tal senso ai reparti ospedalieri sono già state date precise disposizioni. Una “trafila” quella alle viste che andrà ad aggravare la mole di lavoro dei vari reparti (che comunque non è mai poca). Tamponi “d’accesso” che, se verranno usati con parsimonia da chi ha veramente bisogno, potrebbero restare solo una casistica isolata. Ma che, come da timore diffuso, possono diventare una strategia per aggirare il green pass e finiranno soltanto per creare nuovi intralci e difficoltà all’interno degli ospedali, già stressati da più di un anno e mezzo di pandemia.

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