Dall'Ucraina in fuga dalla guerra e diretti a Forlì

«Ci sono già persone fuggite dall’Ucraina che stanno arrivando in Italia con due pullmini, sono un centinaio e alcuni verranno a Forlì. Si tratta di una decina di ucraini, mentre una mamma con tre bambini si fermerà a Faenza. Stiamo cercando per tutti una sistemazione. Tre persone mi hanno già contattato per dare la propria disponibilità di dimora, per ospitare famiglie in fuga». Vasyl Romaniuk, sacerdote della comunità cattolica greco ucraina di Forlì è in contatto continuo con tanti connazionali e sta cercando sistemazioni per chi arriverà, perché «c’è bisogno subito». Romaniuk ha incontrato il sindaco Gian Luca Zatttini e l’assessora Rosaria Tassinari che hanno assicurato l’appoggio dell’Amministrazione. «Abbiamo deciso di muoverci insieme lungo tre binari per tentare di dare un aiuto concreto volto ad alleviare gli effetti dell’invasione. La prima esigenza manifestata – spiegano gli amministratori – è di natura logistica e riguarda la necessità di individuare dei mezzi di trasporto adeguati per portare in Ucraina i numerosi scatoloni di generi di prima necessità che si stanno raccogliendo. La seconda esigenza riguarda l’urgenza di reperire medicinali e prodotti per la prima infanzia. Da ultimo siamo chiaramente preoccupati per il destino di milioni di profughi in fuga, di donne e bambini in particolare che cercheranno necessariamente un rifugio e un’accoglienza all’interno dello spazio europeo. Forlì è pronta a fare la sua parte anche su questo fronte». Intanto continua con successo la raccolta di beni di prima necessità da inviare in Ucraina. Servono soprattutto medicine e cibo, mentre i vestiti sono già una quantità sufficiente. «Sta arrivando tantissimo materiale – afferma un volontario ucraino – ringraziamo i forlivesi, le aziende e il sindaco di Forlì per quello che stanno facendo. Ora abbiamo richieste di aiuto da parte di nostri connazionali in fuga che vorrebbero venire a Forlì, chiedono solo un letto dove dormire per un periodo limitato perché appena possibile vogliono tornare in Ucraina. Facciamo appello al buon cuore dei forlivesi, se qualcuno può ci aiuti».

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