In autunno sotto con un grande classico: Colla dei Tre Faggi e Muraglione

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In Spagna, per indicare la partitissima fra Real Madrid e Barcellona basta un nome: “El Clasico”. Fra i ciclisti forlivesi, lo stesso vale per l’anello Forlì – Colla dei Tre Faggi – Muraglione – Forlì. Il cosiddetto “Giro dei Tre Faggi-Muraglione”, 130 chilometri tutti pedalabili e senza pendenze proibitive, è, infatti, un classico dell’Appennino forlivese. Fino a pochi anni fa, era meta di un partecipato raduno cicloturistico, organizzato dal Gruppo Cicloturistico Avis, in occasione delle iniziative previste nell’ambito della “Festa del Donatore”, con arrivo e partenza in piazza Saffi, a Forlì.

Itinerario

Forlì – Premilcuore – Tre Faggi – Muraglione – San Benedetto – Portico – Rocca San Casciano – Castrocaro – Forlì. Distanza: 130 km

Salita

Colla Tre Faggi (971 m): lunghezza 15 km (da Premilcuore); pendenza media 3,5%, massima 6%; dislivello 521.

Partenza da Piazza Saffi

Lo start può essere, quindi, all’ombra di San Mercuriale, per imboccare corso Diaz, in pieno centro storico, e proseguire in viale dell’Appennino, inoltrandosi, dopo la frazione di San Martino in Strada, nella valle del Rabbi, che si percorrerà per intero, lungo la Strada provinciale 9 ter. I primi chilometri, ovviamente, sono completamente pianeggianti, poi, da San Lorenzo in Noceto, inizia una serie di sali e scendi, che saranno una costante della prima parte dell’itinerario. Percorsi 20 chilometri, circondati da dolci colline coltivate per lo più a vigneti, si attraversa Predappio, vero e proprio Museo urbano all’aperto di architettura razionalista del Ventennio. Anticamente, il centro si era sviluppato sulle colline, attorno al castello medievale (l’attuale Predappio Alta).

La storia di Predappio Alta

Fra gli anni ’20 e ’40 del Novecento, Benito Mussolini si adoperò per dare lustro al borgo natale, l’antica Dovia, ubicata nel fondovalle, chiamando i maggiori architetti dell’epoca con l’obiettivo di farne un abitato rispondente in toto ai dettami dell’urbanistica e dell’architettura fascista. Strutturata con un sistema viario tipicamente latino, con tutte le strade secondarie parallele fra loro e perfettamente perpendicolari al viale principale, la cittadina fu organizzata attorno a due centri ancor oggi ben visibili: quello economico (mercato dei viveri e del bestiame) e quello istituzionale della piazza, su cui si affacciano il palazzo municipale, la chiesa parrocchiale, la sede dei servizi sanitari, la caserma dei Carabinieri, e la Casa del Fascio. Tra gli edifici più rappresentativi, tutti visibili pedalando lungo la via principale, vi sono proprio l’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità, costruita fra 1934 e 1937 dall’architetto Arnaldo Fuzzi, caratterizzata da un’imponente mole e dal gioco di contrasti fra colori bianco e rosso, e Palazzo Varano, attuale sede del Comune, per circa vent’anni dimora dei Mussolini. Di particole spicco, la scalinata di accesso e la torre dell’orologio. Uscendo da Predappio, si può poi ammirare il Cimitero monumentale, risistemato nel 1939 su progetto dell’architetto Di Fausto, ispirato allo stile romanico. La costruzione ingloba in un angolo la Chiesa di San Cassiano in Pennino (XI sec.) mentre sugli altri due angoli opposti del portico ospita l’ingresso e la cappella con la tomba della famiglia Mussolini.

Ecco i Tre Faggi

Superato il cimitero, si scende leggermente per risalire poi verso Tontola, Santa Maria e Strada San Zeno. Qui, un chilometro di salita più decisa immette in un tratto piuttosto movimentato, fino a Premilcuore (450 m), porta d’accesso al Parco delle Foreste Casentinesi, dove, convenzionalmente, si fa iniziare la salita alla Colla dei Tre Faggi. Il traffico, che può essere fastidioso fino a Predappio, scema progressivamente e da questo punto in avanti è praticamente inesistente, eccetto nei week end, quando quello motociclistico può risultare intenso. Il rilevamento parte in corrispondenza dell’Ospedale: per raggiungere il valico sono 14,9 i chilometri da percorrere, tutti pedalabili con qualche tratto in contropendenza. La pendenza media, non a caso, si attesta sul 3,5%, con qua e là delle punte di poco superiori 6%. La difficoltà maggiore è forse costituita dall’asfalto, rugoso e in molti punti rovinato, con buche e fessure. Dopo circa 4,5 km si incrocia il bivio per Fiumicello, superato il quale la strada si inoltra in un fitto bosco, costeggiando un’area pic-nic. Si prosegue affrontando una lunga teoria di curve e semicurve, con appena due tornanti (km 10 e km 11,6), in ambiente verdeggiante e selvaggio. L’unico centro abitato che s’incontra (km 8) è Castel dell’Alpe, piccolo borgo stretto attorno a una chiesa e una piazzetta contornata da case mentre dell’antico e imponente castello appartenuto ai conti Guidi e alla Repubblica di Firenze restano solo ruderi e un’ampia cisterna.

In Toscana e poi ritorno a Forlì

Al km 12,7 si entra in Toscana, affrontando un tratto più impegnativo (5-6,6%), mentre gli ultimi 800 metri sono praticamente in falsopiano. Il panorama, chiuso per gran parte dell’ascesa, verso la vetta inizia ad aprirsi, con splendida vista, a sinistra, sull’imponente gruppo montuoso Falterona-Monte Falco. Dal valico (971 m) si può poi ammirare la sottostante pianura toscana e le colline popolate di borghi. Una breve discesa (5,7 km) priva di difficoltà tecniche conduce all’innesto con la strada statale 67, in località Cavallino. Qui si gira a destra e si risale fino al passo del Muraglione: 3 chilometri piuttosto impegnativi (pendenza media 6% ma con punte al 10%) caratterizzati da diversi tornanti. Giunti al valico (907 m) è tutta discesa fino a Forlì. La parte iniziale assomiglia a un otto volante, con una serie di dieci tornanti, stretti e ravvicinati, quindi, la strada prosegue nervosa fino a San Benedetto, dove si entra nella valle del Montone che, con qualche tratto in contropendenza, si ridiscende interamente, attraverso Portico di Romagna, Rocca San Casciano, Dovadola e Castrocaro Terme per chiudere, infine, l’anello di nuovo in piazza Saffi a Forlì.

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