Rimini, in 8mila hanno perso il lavoro e la maggior parte sono donne

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Più decessi, blocco dei flussi migratori, contrazione delle nascite e 8mila addetti che hanno perso il lavoro. Sono i dati contenuti nell’annuale Osservatorio sull’economia e il lavoro della provincia di Rimini a cura di Giuliano Guietti, presidente Ires Emilia-Romagna, che è stato presentato all’Assemblea generale di Cgil Rimini. A pesare sulla contrazione della popolazione residente (diminuita dello 0,4%, ovvero più di 1.200 persone) è sicuramente l’emergenza pandemica, che specialmente nella “seconda ondata” ha colpito il riminese. Rimangono costanti altri fenomeni, come l’invecchiamento della popolazione, la riduzione dei giovani nelle fasce d’età di ingresso nel mercato del lavoro e l’aumento delle persone di più di 75 che vivono sole e hanno bisogno di cure o sostegno. La pandemia non ha colpito solo la popolazione, ma anche l’economia, gravando soprattutto sul turismo - con un calo netto dei turisti provenienti dall’estero - e sul settore del tessile. Già il 2019 aveva però segnato una crescita più contenuta rispetto agli anni precedenti. Le imprese sono tuttavia in aumento nei primi mesi del 2021, soprattutto nel settore dei lavori di costruzione specializzati. In provincia 8mila addetti hanno perso il lavoro, in maggioranza donne e per lo più occupate nel settore turistico: un calo concentrato nella parte più fragile della forza-lavoro e che per il tipo di rapporto di lavoro non ha potuto trarre giovamento dallo scudo del blocco dei licenziamenti. Cgil stima che in assenza di questi scudi protettivi «la caduta occupazionale avrebbe potuto essere molto più pesante nel 2020 (circa 21mila occupati in meno) e anche nel 2021 potrebbe interessare altri 5.500 lavoratori». A causa del Covid, da gennaio 2020 a marzo 2021 ci sono state 1.204 segnalazioni di infortuni sul lavoro, la quota più alta, spiega ancora Cgil, in rapporto agli occupati tra tutte le province dell’Emilia-Romagna. Per quanto riguarda i redditi, infine, l’Osservatorio mostra come Rimini si colloca all’ultimo posto in Emilia-Romagna. È un dato valido sia per le retribuzioni del lavoro dipendente, sia per i redditi Irpef dichiarati. Rimini ha infatti retribuzioni medie più basse di circa il 17,6% rispetto alla media regionale. Anche il reddito risultante dalle dichiarazioni Irpef è molto inferiore a quello medio regionale (-17,2%), ma nonostante questo «il ricorso al reddito di cittadinanza o alla pensione di cittadinanza - spiega Cgil - riguardano una percentuale molto contenuta della popolazione (il 2,7%), assai vicina al dato medio regionale (2,6%)».

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