Impianto dentale? In bocca al futuro. Dal dentista come al cinema

Con i denti non si scherza. Quando fanno male sono il sintomo che qualcosa non va e spesso, quando i problemi si trascinano e non si va dallo specialista, si aggravano. Sta di fatto che quando ci si siede sulla poltrona del dentista c’è chi ha paura. Un atteggiamento (quello dell’odontofobia) che oggi ha una nuova, positiva, risposta nella tecnologia avanzata. Per un impianto dentale, infatti, ora viene in soccorso il mondo 3D, lo stesso usato nel mondo del cinema. Grazie allo scanner intraorale in tre dimensioni, infatti, può essere presa l’impronta dentale del paziente senza il fastidioso materiale plastico spesso causa di conati e senso di soffocamento. E a questo sistema si aggiunge oggi la Tac Cone Beam, che consente di acquisire in digitale la struttura ossea del paziente, sempre in 3D, con la massima precisione. E chi pensa che andare dal dentista sia un salto nel vuoto, ormai si sbaglia di grosso. Infatti, con un software è possibile avere una rappresentazione virtuale dell’intero intervento di implantologia, capendo con precisione millimetrica quale poi sarà l’effetto della cura sul paziente. In pratica, andare dal dentista oggi può voler dire proiettarsi nel futuro della propria salute della bocca. Anche in Romagna c’è chi usa questa pratica da anni. Le cliniche dentali Santa Teresa sono state tra le prime a usarle in tutte le sedi di Ravenna, Faenza, Cesena, Bologna e Rimini.

«L’odontoiatra – spiega il dottor Fabio Fusconi, direttore e coordinatore clinico della Clinica Dentale Santa Teresa – ha modo di avere simulazioni virtuali dell’impianto da inviare al laboratorio dentale e produce in anticipo i denti e la mascherina chirurgica. Quest’ultima consente all’implantologo di posizionare gli impianti in modo preciso e sicuro, con notevoli vantaggi: il dottore sa esattamente dove inserire gli impianti per evitare di toccare i nervi e le zone sensibili interne alla bocca, si riducono drasticamente i tempi dell’operazione chirurgica. In nove casi su dieci non si eseguono incisioni e quindi non si danno punti di sutura. Ciò riduce i tempi di ripresa post-operatoria e l’uso di farmaci antidolorifici dopo l’intervento. E il dolore, in moltissime persone, è assente o ridotto a un semplice fastidio». Per molti la cura della bocca è ancora una lotta all’inestetismo o viene percepita come qualcosa da fare per evitare il dolore momentaneo di qualche giorno. Ma non è così. Dietro un dente che fa male o una gengiva infiammata c’è praticamente un mondo che non va mai trascurato, altrimenti le conseguenze possono essere particolarmente gravi. Secondo recenti ricerche, ad esempio, la cura parodontale migliora il controllo dell’ipertensione e, più in generale, delle malattie cardiache. Prendersi cura della bocca, dunque, è fondamentale per l’intero organismo. E tornare a sorridere in breve tempo è possibile: grazie a questi sistemi hi-tech, i tempi dei trattamenti e il dolore si riducono.

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