Vicenda Tracmec di Mordano, nuovi incontri per il futuro aziendale

«Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro con la Regione Emilia-Romagna e la Città Metropolitana di Bologna, con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per la reindustrializzazione del sito produttivo della Tracmec di Mordano» Lo annunciano i sindacati Fim, Fiom e Uilm di Imola che spiegano anche come «rispetto all’ultimo tavolo istituzionale, la vertenza ha registrato un’importante evoluzione, lo scorso 29 maggio, con la sottoscrizione dell’accordo per il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e l’attivazione degli ammortizzatori sociali, a partire dal contratto di solidarietà. Ribadiamo con forza che la priorità deve restare la salvaguardia dell’occupazione, della continuità produttiva e della tenuta aziendale. Questo può avvenire anche attraverso eventuali manifestazioni di interesse da parte di imprenditori o gruppi disposti a investire sul sito e sul territorio».
L’azienda specializzata nella produzione di sottocarri e cingolati per i settori estrattivo ed edile, il 16 aprile 2025 aveva avviato una procedura di licenziamento collettivo per l’intera forza lavoro, manifestando di fatto l’intenzione di cessare la produzione nello stabilimento di via Selice, a Mordano. Dopo un mese e mezzo di scioperi e un presidio permanente h24, iniziato il 9 maggio scorso, la mobilitazione ha raggiunto l’obiettivo: la dirigenza ha ritirato la procedura di licenziamento e firmato un accordo con Fim, Fiom, Uilm e le Rsu. «La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori ha ricevuto un ampio sostegno da parte delle istituzioni locali e regionali, oltre a una forte rete di solidarietà che si è sviluppata attorno alla vertenza - si legge in una nota -. L’accordo firmato prevede anche un impegno concreto alla reindustrializzazione. Tuttavia, allo stato attuale, l’azienda è impegnata a evadere gli ultimi ordinativi. Questo sta inducendo alcuni lavoratori ad optare per l’uscita incentivata volontaria e a ricollocarsi in altre realtà produttive del territorio. Come Fim-Fiom-Uilm territoriali, riteniamo fondamentale aggiornare costantemente le istituzioni sull’evolversi della situazione. Crediamo che il Gruppo Bauer debba valutare tutte le opzioni possibili per garantire la continuità produttiva e occupazionale, informando i tavoli istituzionali sulle proprie intenzioni per i prossimi mesi, in modo chiaro e trasparente. Non escludiamo che il gruppo tedesco abbia comunque intenzione di investire: a Imola è già presente un’altra azienda collegata al Gruppo Bauer, attualmente operativa in uno stabile in affitto. Questa realtà svolge attività di tipo commerciale, assistenza, vendita e noleggio, ma non produttiva. Si potrebbe ipotizzare un suo eventuale trasferimento nello stabilimento di via Selice e su questo punto serve chiarezza. Il nostro obiettivo resta salvaguardare il sito produttivo e creare le condizioni affinché chiunque intenda investire possa confrontarsi con la multinazionale, nella prospettiva di tutelare occupazione e competenze di chi vorrà rimanere a produrre nello stabilimento di Mordano. Chiederemo quindi al Gruppo Bauer di chiarire cosa intenda fare nei prossimi mesi con lo stabilimento di via Selice e quali siano le prospettive per le lavoratrici e i lavoratori di Tracmec durante il periodo di solidarietà e nei periodi successivi».