Sciopero dei treni: “Carovita e aggressioni, i ferrovieri se ne vanno” VIDEO

  • 06 maggio 2025

Uno stipendio ormai “non più sufficiente a garantire uno stile di vita sostenibile, a Bologna e in Emilia-Romagna”, il carovita che morde, il fenomeno sempre crescente delle aggressioni (ma con le bodycam a bordo si intravede “qualche miglioramento”). Così il personale del trasporto ferroviario della regione si trova oggi a protestare davanti alla stazione di Bologna nell’ambito della mobilitazione nazionale convocata da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti per chiedere il rinnovo del contratto, “scaduto ormai da 17 mesi”. Un’enormità in questo periodo storico, che sta mettendo in ginocchio i lavoratori del settore, “dagli appalti in su”, e che sta portando tanti ad abbandonare il posto un tempo considerato sicuro. In questo momento infatti si registrano “molte dimissioni in Fs, Trenitalia-Tper, Rfi- spiega Daniele De Maria, coordinatore regionale Mobilità ferroviaria della Filt-Cgil- perché si sceglie sia per motivi economici, ma anche per un equilibrio di vita-lavoro, di andare a cercare fuori un lavoro più sostenibile da un punto di vista della vita e dei turni di lavoro, ma anche dal punto di vista economico, perché ormai non è più sostenibile questo tipo di salario”.

Di conseguenza, segnala ancora De Maria, “a partire dagli appalti ma fino ad arrivare anche a chi è più professionalizzato, le aziende ormai da tempo hanno difficoltà a trovare nuovi lavoratori”, e ad esempio in città come Bologna “c’è il tema degli affitti sicuramente alti”. Insomma, gli stipendi devono essere adeguati non solo al mercato del lavoro, ma “abbiamo il dovere e il diritto di avere una ripartizione adeguata anche per quello che riguarda la conciliazione dei tempi di vita-lavoro, anche perché la maggior parte dei nostri lavoratori fanno i turni”, aggiunge Manola Cavallaro, segretaria regionale Fit-Cisl. In mezzo ci sono anche i lavoratori degli appalti, “che devono essere adeguati sempre di più al contratto dei ferrovieri”.

Ma oltre al tema dei salari, che interessano 100.000 lavoratori in Italia, c’è anche “la necessità, visto le performance e i risultati, di avere un premio di risultato per i ferrovieri, che sono coloro che spero che i cittadini capiscano, fanno girare la mobilità ferroviaria in Italia”. Infatti, i risultati del Gruppo Fs “sono abbastanza buoni e non vengono mai ripartiti sul lavoro che fanno tutti le lavoratrici e lavoratori”, rincara la dose Lucio Pantini, segretario regionale Ferrovieri della Uiltrasporti. In più, c’è l’annoso problema delle sicurezza a bordo, fenomeno esploso negli ultimi anni e che crea insicurezza nel personale e scoraggia a intraprendere la professione. “Troppe aggressioni- sottolinea Cavallaro- ci deve essere data una mano in tal senso. Anche per questo noi scioperiamo”. L’Emilia-Romagna in questo senso “è una delle regioni più colpite d’Italia, dopo la Lombardia”, le fa eco Pantini. “L’anno scorso ci sono stati molti feriti e molti sono andati in ospedale. Capitreno, sia uomini che donne e si sta arrivando purtroppo a livelli troppo alti”. Un fenomeno che ci cerca di arginare con presidi della Polfer, controllo dei biglietti prima di salire sul treno, e da ultimo con l’adozione delle body cam, da parte del personale di Trenitalia-Tper. Su questo “c’è la massima coesione tra sindacato e dirigenza da qualche mese e sta portando già risultati ancora un po’ piccoli, ma ci sono”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui