Imola, anticipazioni richieste dal Circondario, i Comuni cercano vie alternative

Imola

IMOLA. I primi cittadini dei Comuni che non hanno ancora trasferito al Circondario circa 910.000 euro per servizi già ricevuti fra il 2014 e il 2017 non ci stanno a essere etichettati come “debitori” dai gruppi di opposizione. Gli importi che avrebbero dovuto versare all’ente di via Boccaccio, infatti, sono sempre stati indicati nero su bianco nei bilanci di previsione dei propri Comuni per i quattro anni in questione (anche se i consiglieri Giuseppe Palazzolo e Vito Vecchio assicurano che pure nel 2018 la situazione non si è modificata di una virgola, ndr).

Non si tratta, dunque, di non avere quelle somme a disposizione o di non volerle pagare nel timore – immaginato da qualcuno – di mandare i loro Comuni in default. Piuttosto, alcuni sindaci sono convinti che siano state disattese le procedure previste dalle convenzioni, con la mancata consegna di alcuni rendiconti dei piani di attività programmati.

Pagare “alla cieca”?

E proprio da qui nascono le perplessità di qualche primo cittadino: se i Comuni non hanno ancora ricevuto i bilanci con le cifre definitive dal Circondario, perché dovrebbero effettuare dei trasferimenti sulla base esclusivamente degli importi previsti?

Se l’ente di via Boccaccio ha ricevuto un mandato, prima deve rendicontare il risultato finale ai Comuni, e successivamente loro gli verseranno le somme che devono. Per quale ragione dovrebbero pagare “alla cieca”?

La proposta (rifiutata)

Ci sono alcuni sindaci che hanno avanzato o perlomeno cercato di avanzare una proposta di mediazione. Considerando che dopo i trasferimenti all’ente di via Boccaccio (sia della quota di adesione dei Comuni, fissata in 2 euro per abitante, sia delle gestioni associate, che hanno una contabilità distinta, ndr) e il conteggio delle spese sostenute, gli eventuali risparmi che si generano vengono redistribuiti ai Comuni, perché non versare solamente la differenza fra il “debito” maturato nei confronti del Circondario e il credito vantato? Ci sono Comuni che sono ancora creditori di una parte di quei risparmi, e la cifra che dovrebbero pagare è pressoché la stessa.

L’ente di via Boccaccio, però, avrebbe risposto “picche” ai primi cittadini. Alla base del rifiuto ci sarebbero problemi di contabilità, trattandosi di due piani che non hanno niente in comune, e di un’uscita e di un’entrata che non si possono compensare in nessuna maniera. Ed è a questo punto che qualche sindaco ha preso la decisione di chiudere il proprio rubinetto.

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