Caos Con.Ami a Imola. "Bastano tre consiglieri". In due hanno accettato l’incarico

Imola

IMOLA. In aria volteggiano ovviamente i fantasmi di un ricorso al Tar annunciato dai sindaci dei Comuni soci che non hanno digerito l’azione di forza di Manuela Sangiorgi. Ma il consiglio di amministrazione del Con.Ami può comunque essere convocato. Da statuto le sedute sono valide anche con la presenza di tre consiglieri. A ricordarlo ieri è stato il capogruppo di Patto per Imola, Giuseppe Palazzolo, partendo da una premessa fondamentale. «Stefano Cassani è l’unico membro in carica del cda del Con.Ami, infatti non si è mai dimesso e la conferma è nel sito istituzionale. Ci sono altre rinunce? Se ci sono, allora si faccia in fretta a formalizzarle».

Ecco chi è pronto

Al di là della retromarcia comunicata da Luciano Pirazzoli e dal distacco di Sara Cirone («Come si può anche solo immaginare di cominciare a lavorare se non c’è il minimo riconoscimento da parte dell’assemblea dei soci?», ha detto l’interessata nei giorni scorsi), gli altri due consiglieri scelti dalla sindaca di Imola invece sono invece a disposizione. A partire dalla presidente designata, Stefania Forte, che conferma la volontà di andare avanti. «Resto disponibile. Sono un tecnico e le questioni politiche non mi interessano: io sono fedele alle istituzioni. Magari non mi sarei aspettata un’investitura pensando sempre a nomine politiche, ma quando ho presentato la domanda, l’ho fatta con convinzione. Non si può giocare con le istituzioni e il patrimonio e il benessere dei cittadini. Una disponibilità che ho già ribadito alla sindaca Sangiorgi».

Forte sottolinea come «non ci sia nulla da temere se si opera nel pieno rispetto della legge e della massima trasparenza. Non è possibile bloccare attività importanti come quelle di cui si occupa il Con.Ami. Il direttore ha stilato una lunga serie di attività di competenza del cda: urgenze vere che bloccano il Consorzio e hanno ripercussioni su tutti i comuni. Sono interventi che vanno fatti il più in fretta possibile».

Quanto alla legittimità del cda, la presidente in pectore non ha dubbi: «Quando c'è uno stallo, tutto viene rimandato al codice civile. Il Con.Ami è costituito ai sensi del testo unico degli enti locali: il governo, nella relazione sulle società partecipate, dedica un paragrafo ai consorzi in cui dice chiaramente che vanno seguite le norme del codice civile e dell'articolo 114 del Tuel su cui è basata la costituzione del Con.Ami. Per questo considero legittimo il cda». E ancora: «Non sono a conoscenza della mancanza di qualche componente del cda. Per quanto ne so, ci sono stati impedimenti oggettivi per questioni personali di qualcuno: non mi risultano rinunce».

Va detto che è proprio sull’aggancio al codice civile che i sindaci sono pronti a dare battaglia. Intanto però anche l’altro consigliere designato si dice pronto. «Io ho già accettato, l’ho comunicato alla sindaca – fa sapere l’avvocato Giulio Cristofori –. E, statuto alla mano, il cda può funzionare anche con tre membri. E sarebbe d’uopo che accadesse perché ci sono scadenze importanti da rispettare che rischiano di avere ripercussioni. Ricordiamoci peraltro che questo cda sarebbe in carica fino alla scadenza imposta dalla prossima tornata di elezioni amministrative. So che gli altri sindaci hanno paventato un ricorso che al momento però non c’è ancora».

I sindaci hanno anche parlato di eventuali azioni di responsabilità. «In ogni caso una responsabilità - continua Cristofori - viene valutata sulla base degli atti compiuti quindi mi sento molto tranquillo».

La richiesta

A chiedere la convocazione del cda è appunto Patto per Imola. «Questo stallo deve finire per il bene dei 23 Comuni soci del Con.Ami. In questi mesi – spiega Giuseppe Palazzolo – mi sono impegnato per trovare una soluzione condivisa, purtroppo ho potuto appurare che l’intenzione era di mortificare il Comune di Imola. Vorrei ricordare al Segretario della Lega, Marco Casalini, che ultimamente si trova troppo in sintonia con il Pd, che nel programma elettorale del Centro Destra e Civici risulta: “I vertici di queste società partecipate saranno individuati mediante pubbliche selezioni”. Io ho preso atto che la sindaca di Imola ha applicato quanto era previsto nel programma elettorale del centro destra. Se ci fosse stata trasparenza di tutti i soggetti politici, non saremmo in questa situazione, purtroppo è prevalsa l’ambiguità».

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