Infermieri aggrediti in ospedale a Imola. «Agire subito, garantire sicurezza»

Imola

IMOLA. Aggressioni ai danni del personale del pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria della Scaletta”. A denunciare tre episodi avvenuti nell’ultima settimana sono la Uil e la Fials, che chiedono un incontro urgente alla direzione dell’Azienda sanitaria e all’assessore alla Sanità (la prima), e un risarcimento danni per gli operatori aggrediti (la seconda).

Gli episodi

Il primo caso risale al 22 settembre: una paziente in Tso aggredisce due infermieri con un calcio al torace e un morso alla mano. Verso le 4 di venerdì scorso altri due infermieri vengono aggrediti da un altro paziente in Tso: il primo riporta escoriazioni allo zigomo e all’emivolto causate da un pugno e dolore al polpaccio per un calcio, il secondo un trauma distorsivo al collo causato da una tirata di capelli violenta e una ferita sopraccigliare per rottura degli occhiali. Prognosi iniziale di cinque giorni per entrambi. Il terzo episodio risale al pomeriggio dello stesso giorno: un paziente trasportato in reparto ma nervoso a causa del prolungarsi dell’attesa ritorna in Ps e scaglia un vaso di fiori verso la postazione di Triage.

Logistica e sorveglianza

«È indubbio che bisogna intervenire con urgenza – commenta Giuseppe Rago, coordinatore confederale della Uil di Imola e del circondario –. È da rivedere assolutamente l’attuale logistica, che con gli spazi attualmente aperti crea situazioni di insicurezza e pericolo sia per gli operatori che per gli utenti che vi accedono. L’area Triage così com’è concepita è pericolosa».

Inoltre, «è necessario, anziché pensare solo a una integrazione procedurale delle Ausl, adeguare uguali parametri di sicurezza tra le Ausl stesse – aggiunge Rago –. Pertanto, essendo stata presa l’iniziativa da parte del Sant’Orsola di posizionare vigilanza privata presso il Ps, è auspicabile che immediata attuazione di tali prassi avvenga anche presso il Ps di Imola».

Più infermieri e Oss

«Vengano messe in atto tutte le misure e le tutele di sicurezza atte a preservare salute e incolumità degli operatori del Ps», chiede Stefano De Pandis, segretario aziendale della Fials cittadina. A cominciare da «intese e protocolli di sicurezza e di coordinamento con le forze dell’ordine, e la presenza di guardie giurate dedicate».

Ma anche «la presenza di almeno due infermieri e un Oss in più per ogni turno di lavoro – prosegue De Pandis – e una programmazione e implementazione di misure strutturali, tecnologiche e organizzative per la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza».

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