Manca: «Siamo la prima forza politica. Sono convinto che qui vinceremo»

Imola

IMOLA. «In questo territorio siamo la prima forza politica e la prima coalizione. Sono convinto che qui vinceremo». Prima ancora di varcare le porte del Senato della Repubblica che gli si sono aperte grazie alle elezioni politiche di domenica scorsa, l’ex primo cittadino di Imola Daniele Manca guarda già alle elezioni amministrative della fine di maggio/inizio di giugno con cui la città designerà il suo successore.

E per “blindare” il risultato, lancia un nuovo progetto per il Partito democratico uscito con non poche bruciature e lividi dalla tornata elettorale appena terminata: «Si potrebbe chiamare “Orgoglio Imola”».

Più civismo

«Non sono più sufficienti né il buon governo né la rievocazione del centrosinistra degli anni precedenti – osserva il neo senatore –. C’è bisogno di ripensare il Pd e di ricostruire la relazione con la cittadinanza».

Sotto l’Orologio questo significa che «dovremo investire molto sul senso di appartenenza e sull’orgoglio di essere Imola – aggiunge Manca – puntando su un nuovo centrosinistra alleato con l’associazionismo, il volontariato e il civismo».

Candidato

Diretta conseguenza di questa riflessione è quella che riguarda il candidato: «Dovrà essere condiviso da questa nuova alleanza – continua l’ex sindaco –e per questo sarà necessario costruire il consenso».

Il Pd «è assolutamente indispensabile, perché non si può rinunciare a un 30% di consenso – puntualizza Manca –, però ci vuole anche la maturità del Pd di non decidere in solitudine, lasciando da parte l’arroganza e la presunzione basate sul passato, quando il consenso era al 44%».

Dunque, «sarà il nuovo rapporto che instaureremo con i cittadini il “luogo” in cui verrà individuato il profilo migliore per riunire e tenere assieme una coalizione nuova – prosegue l’ex primo cittadino imolese –. Se il Pd anticiperà questa decisione, quello sarà esclusivamente il candidato del Pd».

I tempi stretti non preoccupano eccessivamente, anche perché «se avessimo anticipato questa discussione, con l’esito di queste elezioni avremmo bruciato chiunque – conclude Manca –. Il problema non è la persona - potrei fare dieci nomi che andavano benissimo e vanno tuttora benissimo - quanto l’impostazione culturale della sfida».

Ingresso in Senato

Pensando, invece, al futuro prossimo, «entrare a palazzo Madama sarà un’esperienza particolarmente emozionante – confida il neo senatore –. Faccio addirittura fatica ad abituarmi a questa idea, perché è una situazione che non avevo mai neanche immaginato. Quando mi chiamano “sindaco” ancora mi volto, quando mi chiamano in un’altra maniera ancora no!». A Roma «vivrò questa esperienza con senso di gratitudine e con la convinzione di poter dare un contributo significativo a questa comunità e a questo territorio – assicura Manca –. Quanto si entra in luoghi come questo si sente sia l’onere che la bellezza di poter dare un contributo a questo grande Paese».

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