«Doppi turni e riposi saltati». Esposto degli infermieri

Imola

IMOLA. Dal deficit cronico tra gli operatori socio-sanitari (Oss, attualmente 12) a infermieri costretti a fare i doppi turni, lavorando fino a 13 ore di fila. Di fronte a queste e altre criticità per la Fials ce n’è abbastanza per parlare di «netto declino e peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori della Medicina A dell’ospedale di Imola». E il sindacato autonomo ha messo tutto nero su bianco in un esposto depositato ieri alla Procura di Bologna.

Problemi denunciati da tempo

«Riorganizzazioni selvagge, ora nel reparto in questione si obbliga il personale infermieristico a vedere ridotto l’orario di consegna (presa in carico dei pazienti con scambio dei flussi informativi inerenti allo stato di salute e bisogni assistenziali), effettuare doppi turni, rientri sul giorno di riposo e difficoltà ad andare in ferie, il tutto a causa della carenza cronica di personale», sottolinea il segretario provinciale della Fials Alfredo Sepe. In questa situazione «aumentano infortuni sul lavoro e malattie», sottolinea Sepe, riportando casi in cui alcuni infermieri sono stati soccorsi dai colleghi e costretti a lasciare il servizio. «Viste le condizioni lavorative e l’atteggiamento irresponsabile e negazionista dell’Azienda Usl di Imola, che non è intervenuta in maniera definitiva sui problemi già da tempo denunciati (gennaio 2018), siamo costretti a presentare un esposto alla Procura della Repubblica al fine di tutelare i nostri associati e tutti i lavoratori».

La risposta dell’Ausl

Dall’Ausl di Imola, in una nota, si ribadisce che da dicembre l’area internistica dell’ospedale ha messo in atto un nuovo modello organizzativo che tende a definire gli specifici ambiti di responsabilità professionale per tutto il personale coinvolto: «gli operatori socio-sanitari sono utilizzati nelle fasce orarie in cui è maggiore il bisogno di assistenza di base, mentre nelle fasce notturne, quando i reparti di Medicina non ricevono pazienti dal pronto soccorso e le cure infermieristiche sono riconducibili prevalentemente a mansioni di sorveglianza sanitaria e assistenza, sono gli infermieri ad assicurare l’assistenza».

«In linea con gli altri ospedali»

«Per quanto concerne alcuni infortuni e malattie occorsi al personale in servizio nei giorni scorsi – proseguono da viale Amendola –, non si ravvisano elementi riconducibili ai carichi di lavoro. La dotazione di personale infermieristico nel reparto di Medicina A è di 37 infermieri e 12 Oss ed è in linea con le dotazioni medie dei reparti internistici dei maggiori ospedali dell’area metropolitana». «La direzione aziendale peraltro, come già annunciato, ha provveduto ad attivare le procedure di reclutamento di personale di comparto necessario per sopperire alle recenti fuoriuscite per mobilità, e gli organici si stanno completando con un’ultima unità in arrivo entro un paio di settimane. Il temporaneo sovraccarico prodotto da fuoriuscite e malattie intercorrenti è quindi in via di progressiva risoluzione», conclude l’Ausl, ricordando che «proprio i percorsi di riorganizzazione interna hanno permesso nei mesi scorsi il superamento del periodo di iperafflusso in pronto soccorso, garantendo un efficace livello di assistenza senza ricorrere a misure drastiche quali il blocco degli interventi chirurgici o eccessive dislocazioni di pazienti internistici in altre aree dell’ospedale».

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