Il Natale sarà un poco più sereno, per quanto possibile, per i 30 lavoratori della Tracmec di Mordano. L’azienda chiuderà, come voleva fare, ma l’ultimo incontro tra Fim, Fiom e Uilm con la direzione aziendale di Tracmec tenutosi lo scorso 19 dicembre in Città metropolitana a Bologna, per il ritiro della procedura di licenziamento collettivo avviata il 17 ottobre per i dipendenti rimasti dello stabilimento di Mordano, ha portato le parti oggi alla sottoscrizione definitiva dell’accordo che trova soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi e soprattutto la tutela dei lavoratori più fragili.
«Siamo sollevati per aver trovato una soluzione condivisa che evita il trauma dei licenziamenti unilaterali – commenta Marco Valentini della Fiom Cgil di Imola – che permette un po’ di serenità ai lavoratori rimasti o prossimi all’uscita dall’azienda, i quali hanno così la possibilità di potersi ricollocare sul territorio. Nonostante gli accordi presi ai tavoli istituzionali, che prevedevano l’attivazione della Cigs nel 2026, rileviamo che tutti i lavoratori hanno deciso di optare per un percorso di incentivo all’esodo aderendo al licenziamento non oppositivo, condizione che permette di non avere sulle spalle il peso di un licenziamento collettivo unilaterale e considerando anche il fatto che negli ultimi mesi molti lavoratori si sono ricollocati in altre realtà. Avevamo già messo in campo tutte le azioni, anche legali, per il prosieguo della vertenza, ma devo ringraziare le istituzioni territoriali e regionali, a tutti i livelli, che hanno mantenuto un contatto sempre aperto e di riavvicinamento tra le parti. Quando un’azienda cessa la propria attività non è mai una vittoria, soprattutto se si tratta di una delocalizzazione della produzione. Abbiamo, insieme ai lavoratori, lottato, scioperato e presidiato i cancelli della fabbrica per evitare i licenziamenti unilaterali, ma mai come oggi servirebbe una legge nazionale che impedisca le delocalizzazioni selvagge e la desertificazione del sistema produttivo. La situazione sul territorio del circondario imolese è complicata e Tracmec è stata in questi mesi un esempio negativo, ma nello stesso tempo un esempio di grande coesione tra lavoratori, sindacati, istituzioni e società civile. Grazie a queste sinergie oggi è stato possibile raggiungere un accordo. L’ultimo periodo è stato caratterizzato da una trattativa serrata e dalla volontà delle parti di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi», conclude Valentini.
«La vertenza Tracmec ci fa comprendere quanto sia in difficoltà qualsiasi territorio in questo periodo, compreso quello circondariale imolese, soprattutto nel settore metalmeccanico – afferma Giuseppe Rago della Uilm Uil di Imola –. Il dovere di interloquire spesso con multinazionali o fondi di investimento, non caratterizzanti della territorialità né dell’imprenditorialità locale, rende spesso la soluzione delle crisi aziendali di difficile gestione. In questa vicenda in particolare il supporto delle istituzioni locali e regionali ha sicuramente agevolato le interlocuzioni avvenute nel tempo, consentendo quantomeno di garantire le uscite volontarie e le ricollocazioni lavorative, dando nel contempo copertura economica ai lavoratori fragili e prossimi al pensionamento con coperture di carattere sociale che non erano affatto scontate. Ci sono stati momenti di tensione tra le parti, ma che con tenacia e buon senso le organizzazioni sindacali sono riuscite a recuperare e portare a termine. Sicuramente si sarebbe potuto fare meglio, ma in conclusione l’impatto sui lavoratori della decisione aziendale è stato mitigato in modo da renderla quanto meno sopportabile».
«È stato un semestre particolarmente impegnativo per il tessuto industriale imolese – dichiara Antonino Liuzza della Fim Cisl Area Metropolitana Bolognese –. Con la giornata odierna si conclude una vertenza che ha segnato profondamente la storia industriale del nostro territorio: quella che ha riguardato Trac Mec e i suoi lavoratori. Per l’ennesima volta il gruppo Bauer ha ritirato i licenziamenti precedentemente ripresentati nei confronti dei dipendenti TracMec. Un risultato importante, frutto del confronto sindacale e del lavoro svolto al tavolo istituzionale, che ha portato al raggiungimento di un accordo di massima capace di accompagnare, di fatto, i lavoratori nel corso dell’anno che sta per iniziare. Quella di TracMec è una storia che ha coinvolto vite, famiglie e lavoratori – conclude Liuzza – ma anche un’intera comunità che ha subìto una perdita industriale rilevante. Come Fim Cisl riteniamo fondamentale continuare a presidiare ogni passaggio, affinché nessun lavoratore venga lasciato solo e affinché il territorio possa tornare a guardare a prospettive di rilancio industriale e occupazionale».