Intervista a Ezio Roi, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle

Imola

IMOLA. Il Movimento 5 Stelle ha il nome del proprio candidato, ed è quello dell’ex pretore, e già assessore dimissionario in scontro aperto con la ex sindaca grillina Manuela Sangiorgi. “Spes unica imperii populi romani” ovvero: “ultima speranza per l’autorità del popolo romano”, così lo storico Tito Livio definì il senatore Lucio Quinzio Cincinnato. E per il Movimento 5 Stelle imolese, uscito a pezzi dall’esperienza fallimentare dell’ultima consigliatura, interrotta dopo una acerrima lotta interna, Ezio Roi è davvero il Cincinnato, lo dice lui stesso, richiamato alla vita pubblica per ricomporre le fila e trovare nuove soluzioni. Un 5 Stelle della prima ora, dalla giunta di Manuela Sangiorgi se ne era andato a pochi mesi dalle elezioni, sacrificato all’ingresso di un assessore da tutti considerato più vicino alla Lega, Andrea Longhi.
Come è maturato questo ritorno?
«In realtà dal Movimento non sono mai andato via, certo ho tagliato i ponti con quella frazione che faceva riferimento alla sindaca dopo quello che era successo. Io non ho mai cercato di essere il primo, non mi interessava, anche per la carriera e la vita che ho già fatto, ma, uso una metafora, oggi si doveva raccogliere un reggimento molto sfaldato dopo battaglia aspra, con tanti morti e feriti. Ho cercato di dare una mano seriamente proponendomi questa volta come candidato sindaco».
Ora il Movimento di Imola in che stato di salute si trova?
«Ho ritrovato persone per bene, come ho sempre pensato che nel Movimento fossero in gran parte, con voglia di ricostruire qualche cosa, e valori che sono sempre validi. Insieme abbiamo fatto un bel programma, abbiamo molte cose da dire».
Due parole sul passato le dobbiamo spendere però. Lei si dimise già a dicembre 2018 perché aveva capito subito che qualcosa non andava?
«L’ho capito subito, ma dopo le elezioni. Non prima, mi ero fidato ma poi certe cose che non sapevo sono venute a galla e non si poteva andare avanti. Se il Movimento è come gli altri a partiti allora non serve a niente. Allora avrei preferito che assumessero incarichi i giovani, poi insistettero per darmi la carica di assessore alla legalità e alla sicurezza, ma mi sono accorto che tutto il nostro programma non era più nelle mani del Movimento ma di altri, le idee non erano più le nostre. E io a questo gioco non ci potevo stare».
Voleva dei giovani al timone, ora però a sindaco si candida lei direttamente?
«Ha presente la storia di Cincinnato? Quando le cose vanno male l’esperienza dei più grandi servono a ricomporre la situazione, la politica delle asprezze io e molti di noi non la conoscevamo e quindi la batosta è stata molto grande. Era necessario che il vecchio senatore tornasse a dare una mano…».
Il suo nome in effetti aveva già messo d’accordo molti elettori.
«Io a Imola sono conosciuto, ho fatto il pretore dal 1986 al 1996, gli ultracinquantenni sanno chi sono, poi ogni età ha i suoi riferimenti. C’era bisogno di una persona in grado di ricucire un’ unità di intenti per riproporre quegli ideali sempre validi che credo abbiamo solo noi del Movimento. Ad esempio un ideale ambientalista forte, i Verdi hanno grande consenso in Europa, ma qui in Italia si sono fatti fagocitare dal Pd».
Oggi però a governare col Pd a livello nazionale c’è il Movimento 5 stelle.
«Il governo nazionale ha avuto la fortuna di incontrare una persona come Giuseppe Conte, di grande spessore culturale e umano, cosa che in politica accadde raramente. Conte ha aiutato molto il Movimento, a livello nazionale la Lega ci stava letteralmente divorando e travolgendo, se Conte non avesse fatto una vera e propria politica di sbarramento, forse saremmo tornati subito alle elezioni e noi saremo quasi scomparsi».
Insomma, sarebbe successo come a Imola …
«Più o meno, ma a Roma hanno trovato lui, un osso duro».
In questi mesi la ricordiamo invitata a un incontro sulla legalità organizzata dall’associazione culturale di Carmen Cappello. Ci sono stati avvicinamenti con questa parte?
«No, Carmen Cappello mi ha solo invitato alla sua iniziativa culturale, ma non mi ha mai chiesto un impegno di carattere politico. Abbiamo semplicemente parlato delle cose future, ma di orizzonti, molto larghi. Vedremo come vanno le elezioni e il primo turno».
Appunto. Voi come Movimento che chance vi date? E in caso di ballottaggio, molti verranno a tirarvi per la giacchetta, quindi?
«Noi possiamo andare dal 5 al 35%, all’interno di questo ampio raggio bisogna lavorare molto per ottenere il massimo. Faremo fatica certamente, perché il passato pesa, ma cercheremo di far capire che lavoriamo per il futuro e che noi non siamo quelli del passato. Per il ballottaggio si vedrà. Noi ovviamente abbiamo delle pregiudiziali, non siamo un movimento buono per tutti i giorni. Se in qualche modo metteremo giù i punti da realizzare concordemente, potrebbero esserci accordi con chi fosse disponibile a realizzare quei punti, sennò no e ognuno farà la sua strada».
I temi principali del programma che, come ci ha detto, avete già?
«Sono 41 punti. Abbiamo guardato agli aspetti più vivi e scoperti della città e abbiamo scelto quelli potevano essere concretamente realizzati. Il Comune non ha tanti soldi, se lo Stato non comincerà a finanziare i Comuni su certe partite, come Conte sta dicendo, per il futuro faremo fatica, ma ci riusciremo lo stesso, sempre che vinciamo noi… Comunque: tutela dell’ambiente molto forte, poi tutela dei cittadini esposti alla crisi, da quella economica del 2009 a quella conseguente alla pandemia. Attenzione particolare alle scuole, alcune non sono oggi in condizioni di sicurezza, ma soprattutto noi dobbiamo rivoluzionare il modo di vedere la nostra vita che non può continuare a basarsi sul fatto di consumare e distruggere, quindi lavorare su energie alternative, trasporto elettrico e sostenibilità. Poi ci sono questioni rimaste offuscate per anni: il centro storico, il collegamento delle piste ciclabili, i collegamenti con Bologna, il grosso commercio che schiaccia quello minuto. Credo che, e lo dico con amarezza, negli ultimi trent’anni Imola non sia stata governata bene, non è stata al passo col futuro che si prospettava già 30 anni fa e adesso è dura fare una politica che rimuova tutte le incrostazioni, le sovrastrutture, come le partecipate per cui oggi il Comune non è più padrone di mandare un giardiniere a tagliare l’erba, è una pazzia».
Un tema su cui l’ex sindaca tornava spesso, su questo eravate in linea?
«Su questo sì, era la posizione in cui si era messa in relazione ad un’altra forza politica che non andava bene».

Ezio Roi ha ricoperto per oltre 10 anni, dal 1986 al 1996, il ruolo di pretore a Imola, prima di diventare sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Bologna. Per qualche mese è stato assessore nella passata giunta Sangiorgi, per poi dimettersi in aperta critica con la stessa. Prima si era candidato al senato, a marzo 2018, in un collegio “blindato” in Emilia a dal Pd e a Ferrara dalla Lega, ottenne comunque 90.900 preferenze. Si è candidato anche a sindaco per il Movimento a Ferrara alle passate elezioni, vinse poi la Lega. Il suo programma e la sua lista sono già pronti, verranno presentati a inizio della prossima settimana. Il primo evento a cui parteciperà da candidato, sarà quello assieme a Franco Fracassi per la presentazione del libro-inchiesta “Protocollo Contagio” giovedì 23 luglio prossimo alle 20.45 al centro sociale Zolino.

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