Imola, turismo salvato dagli "autoctoni". Si punta alla bike valley

Imola

IMOLA. Dopo un 2019 alle stelle, il 2020 è piombato come una scure sul turismo locale. Paradossalmente, però, le cosiddette “aree interne”, e l’Imolese ne rappresenta certamente uno scorcio fra Romagna ed Emilia, si sono salvate in corner. E non solo con i grandi eventi, anzi.
Turisti merce rara
Quello che le nude cifre delle statistiche Istat pubblicate dalla Regione ci dicono, infatti, è che non sono né il mese del Mondiale di Ciclismo, né quello del ritorno inatteso e comunque a porte chiuse della Formula uno, quelli che nel martoriato 2020 hanno registrato le performance migliori. Il dato complessivo, da gennaio a novembre compreso, parla del passaggio di 37.907 turisti (ossia il 55,5% in meno rispetto all’anno precedente che era stato appunto eccezionale), per un totale di 106.033 pernottamenti, con una variazione in calo del meno 42,8% rispetto al 2019. «A calare sono stati soprattutto i turisti stranieri, con un -72,5% complessivo –spiega la direttrice della società turistica IF che cura la programmazione e promozione del settore per i territori di Imola e Faenza Marcella Pradella –. Per le ragioni che ben conosciamo anche gli italiani si sono mossi meno, ma percentualmente il calo è minore, e questo perché in un anno così particolare sono stati in tanti a scegliere un turismo di prossimità, non solo rimanendo in Italia, ma spesso rimanendo nella propria stessa regione e sostando anche più a lungo del solito». Infatti il calo di pernottamenti dei turisti italiani si riduce al 34,1%.


Agosto il mese preferito
Se è vero che l’anno passato in tanti a causa del lockdown avevano esaurito le ferie prima di arrivare all’estate, è anche vero che le medesime statistiche ci dicono che il mese con più presenze a Imola e circondario è stato proprio il classico mese delle ferie: agosto. Nel mese più caldo sono transitati da Imola e territorio 5.975 turisti (13.140 pernottamenti), con una flessione più bassa rispetto al resto dell’anno, -24,5%, minima per gli italiani, -5,7%. «Sono stati proprio gli italiani a colmare l’assenza del turismo straniero – spiega Pradella–, non sono andati all’estero loro e ne hanno approfittato per andare alla scoperta della loro regione». Anche settembre, mese culminato con l’evento ciclistico del Mondiale non se l’è cavata male in realtà, con 5.056 (comunque un -44,7%) turisti presenti e un totale di pernottamenti anche superiore ad agosto: 13.587. Considerando ottobre e novembre i mesi a cavallo dei quali si è consumato il ritorno della Formula uno dopo 14 anni, si parla di 4128 turisti per 11.999 pernottamenti il primo e 2.782 presenze per 9974 pernottamenti il secondo. «È chiaro che la situazione sarebbe stata gravissima senza queste due finestre a dare ossigeno al comparto turistico, e questo anche in assenza completa di pubblico – commenta Marcella Pradella –. È poi chiarissimo come i mondo legato alla bicicletta rappresenti un attrazione imprescindibile per questo territorio, dove gran parte dell’attività turistica è legata proprio all’out door. Su questo stiamo lavorando alacremente per fare di tutto il bacino di Imola e Faenza una vera bike valley».

Bike valley. Ci sono già mappati i percorsi del Mondiale, sia quello 2020 (che prevede anche un tratto di pista dell’Enzo e Dino Ferrari) che quello del 1968; ci sono gli 8 itinerari facili a due ruote per tutta la famiglia e quelli più impervi per amanti della mountain bike. Ma la programmazione di IF sta “pedalando” forte, è il caso di dirlo, per mettere in rete tutto quello che il territorio tra Faenza e i suoi colli e quelli imolesi fino al limite di Bologna, mettono in campo per andare alla scoperta del territorio in maniera ecologica, con un po’ di fiato in corpo e pedalando appunto. «L’85% dei tracciati che abbiamo censito è già praticabile, il 15% è progettato ma magari in attesa di risorse –spiega Francesco Baldassarri che per IF si occupa proprio di questo ampio progetto di promozione che vuole portare a creare la bike valley –. Fra questi ultimi c’è ad esempio un campo da mountain bike sopra la Rivazza, o la riconversione della pista da cross di Casalfiumanese per le biciclette. Stiamo poi mettendo a sistema una rete di piste ciclabili e percorsi che unirà, e circonderà, pianura e vallata. Da Castel San Pietro a Medicina, Castel Guelfo e Mordano. Poi fino a Imola risalendo la Vallata fino a Castel del Rio per ridiscendere verso il Villaggio della Salute Quest’ultimo tratto lo dobbiamo mettere a sistema, per completare una rete di circa 160 chilometri ciclabili affrontabili pressoché da tutti». Grande attesa per il completamento della ciclopista del Santerno: «Sarà una risorsa turistica fondamentale in questa ottica di progetto –conferma Marcella Pradella –. Sono 44 chilometri che speriamo di poter inaugurare a tarda primavera, massimo giugno. I Comuni attraversati si sono messi insieme per progettare e condividere un brand unico».

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