Emergono ulteriori dettagli sul tentato omicidio avvenuto nella serata fra domenica e lunedì e dove l’intervento della polizia di Imola ha evitato che l’epilogo fosse anche peggiore. Come riportato ieri dal Corriere Romagna, la lite degenerata in accoltellamento è avvenuta fra due coinquilini, o meglio fra il titolare di un alloggio in via Selice interna e il suo ospite che non ne voleva sapere di andarsene. Da lì la furia cieca che ha portato al ferimento al volto di un uomo di 39 anni, ne avrà per dieci giorni, e a un poliziotto contuso a una gamba, che a sua volta guarirà in cinque giorni. L’aggressore era infatti armato oltre che della lama, anche di una spranga di ferro che non ha esitato a usare contro gli agenti che cercavano di fermarlo.
A chiamare le forze dell’ordine è stato un condomino allarmato dalle grida che provenivano dal pianerottolo del caseggiato dove qualcuno stava prendendo a calci la porta dell’appartamento attiguo. L’uomo aveva un coltello in mano e minacciava chiaramente la persona che si trovava dentro all’appartamento. Questione di una manciata di minuti, e quando la polizia è arrivata la porta era già sfondata. In casa c’era il ferito, un tunisino classe 1986, mentre l’aggressore non era più presente. Si è fatto vivo poco dopo.
Mentre gli agenti stavano cercando di ricostruire l’accaduto e aiutavano i soccorsi chiamati per il ferito colpito con una coltellata al volto che aveva lambito il collo e la giugulare, qualcuno ha suonato al campanello dell’alloggio. Gli agenti sono scesi e si sono trovati di fronte un uomo con una spranga di ferro in mano che corrispondeva alla descrizione dell’aggressore. E che molto probabilmente era venuto per finire il “lavoro” cominciato. A riconoscerlo, dalla barella, è stato lo stesso ferito che veniva portato via dal 118. Con una buona dose di sangue freddo, gli agenti lo hanno bloccato, anche se non è stato semplice e l’uomo, un marocchino del 1993, è riuscito a colpire a un polpaccio un agente che poi è stato medicato. A dar man forte ai poliziotti sono arrivati anche i carabinieri e l’uomo violento e minaccioso è stato arrestato e condotto in carcere dove si trova tuttora. Secondo quanto riferito dal ferito, aveva chiesto accoglienza in casa sua e lui gliela aveva data per qualche tempo ma non condividendo la sua condotta gli aveva chiesto di andarsene. Domenica pomeriggio gli aveva messo proprio vestiti ed effetti personali fuori dalla porta. Lui li aveva presi e portati via, ma poi era tornato indietro e le sue intenzioni non erano certo quelle di chi aveva accettato la decisione. Mentre il 39enne ferito è infatti regolarmente residente sul territorio, l’aggressore 32enne è in Italia senza permesso di soggiorno e non ha una dimora fissa. I reati che gli vengono contestati ora sono molteplici: oltre al più grave, quello di tentato omicidio, anche quelli di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, minacce gravi, violenza privata, nonché il possesso di oggetti atti a offendere ovvero il coltello a serramanico e la spranga di metallo.