Imola, la sindaca: giù il Riverside, ma sarà ricostruito

Imola

Sulle macerie del vecchio River side, però un po’ più in là, potrà sorgere «un nuovo River più bello e più all’avanguardia». Lo ha fatto sapere ieri nel tardo pomeriggio attraverso un video messaggio sulla propria pagina Facebook la sindaca di Imola Manuela Sangiorgi riferendosi della decisione presa in giunta lunedì. «Questo è un luogo caro a tutti gli imolesi tutti abbiamo passato qui delle serate spensierate, la movida imolese per tanta parte si svolgeva qui – ha premesso la prima cittadina nel video –. Come tutti sapete, dopo l’esondazione del settembre 2015 questo manufatto è a rischio idrogeologico e per mettere in sicurezza questo luogo siamo costretti a demolirlo, la demolizione avverrà a breve. Ma volevo darvi una buonissima notizia – dice la sindaca rivolgendosi ai cittadini –: verso il Famila, nel parcheggio, potremo realizzare un nuovo River side con altre caratteristiche, più all’avanguardia, magari in legno e subito partirà una richiesta di manifestazione di interesse per chi imolese e non voglia prenderlo in gestione». E realizzarlo. Per ora non emergono altri dettagli, ad esempio sui tempi (che dipendono da Area Blu che ha ricevuto l’incarico di operare) e sui costi dell’operazione. Sembra comunque chiaro che la nuova struttura debba sorgere su terreno comunale, e non demaniale come è ora.
Interrogazioni in merito
Nei mesi scorsi era stato il consigliere comunale della Lega Daniele Marchetti a sollecitare l’amministrazione all’indomani della richiesta di demolizione avanzata proprio dal Demanio, proprietario dell’area in fregio al Santerno su cui sorge il chiosco. Interrogazione che in aula non ha avuto risposta (l’assessore competente era l’appena fuoriuscito Massimiliano Minorchio) e che ora la ottiene con l’uscita pubblica della sindaca. Marchetti era stato il primo a dare notizia della richiesta di demolizione, sulla scorta della risposta ottenuta con un’altra interrogazione regionale. Con una nota del 22 giugno 2018 il Servizio Area Reno e Po di Volano aveva chiesto che tutta la particella, ripulita dell’infrastruttura, venisse annessa al Demanio pubblico «per poterla gestire come area golenale e dedicata alla laminazione delle piene del fiume Santerno». La giunta regionale nel rispondere a Marchetti aggiungeva poi che: «Il Servizio Area Reno e Po di Volano sta ultimando il censimento delle particelle catastali attualmente ascritte al Demanio dello Stato al fine del loro passaggio al Demanio Idrico, in quanto interessate dalla dinamica fluviale ordinaria e di piena del torrente Santerno. Il compimento di tale procedura permetterà, in futuro, una più efficace integrazione tra gli aspetti di pianificazione territoriale, gestione tecnico-amministrativa e gestione delle criticità idrauliche dell’intera area».

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