Imola, sciopero della piscina Ortignola comunale invece aperta

Imola

Vasche calme, corsie vuote e porte chiuse per sciopero contro il “caro bollette”. La struttura natatoria dell'Ortignola aderisce, oggi, alla manifestazione di protesta, che prevede appunto la chiusura degli impianti, indetta dal coordinamento Piscine Emilia Romagna, attivo da 20 mesi e costituito in associazione comprendente la stragrande maggioranza dei gestori di impianti natatori regionali. La gestione della piscina comunale invece non aderirà all’iniziativa.

La situazione

«Alla luce del fatto che gestiamo impianti in concessione pubblica e forniamo un servizio essenziale sostituendoci ai Comuni – sottolinea Luca Bosi, portavoce del coordinamento Piscine ER – diamo un servizio a centinaia di migliaia di utenti e di agonisti su tutto il territorio e impieghiamo oltre 30.000 persone tra assunti e collaboratori sportivi. Su 23 mesi di pandemia 10 li abbiamo passati chiusi. E ora oltre alla questione pandemica, che ci vede lavorare al 40%, ci arriva un incremento insostenibile dei costi energetici. Per questo abbiamo deciso di chiudere gli impianti per un giorno».

Ortignola in sciopero

«Noi chiediamo – evidenzia la presidente di Deai, realtà che gestisce l'Ortignola Paola Lanzon – che il Mise annoveri le piscine negli aiuti previsti per gli impianti energivori e che da Regione e Comune possano arrivare contributi finalizzati a calmierare tali aumenti. Stiamo parlando di un rincaro di almeno il 50% e per una struttura come la nostra – prosegue – che già spende 250/255.000 euro significa oltre 120mila euro di aumento». Il nostro settore «ha subito una vera e propria tempesta perfetta che si abbattuta su un comparto che è forse troppo collaborativo e istituzionale», per questo con la chiusura “simbolica «abbiamo voluto fare sentire la nostra voce».

Comunale aperta

Corsie aperte e gare in acqua si svolgeranno invece nell'impianto gestito dalla Geims2, al PalaRuggi. Lo conferma il direttore Lorenzo Muscari che sottolinea come «noi rimaniamo aperti perché ospitiamo alcune partite all'interno del palazzetto e soprattutto per il fatto che in vasca abbiamo una gara di nuoto sincronizzato. Per questo non aderiamo allo sciopero perché crediamo che arrecheremmo un ulteriore disagio a quelle ragazze e ragazzi che almeno possono trovare uno sfogo facendo sport». La non adesione alla chiusura della piscina comunale «non minimizza la problematica. Siamo assolutamente consapevoli che il caro energia influisce negativamente sul bilancio delle aziende. Per noi – aggiunge Muscari – si tratta di un rincaro annuale stimato in 150.000 euro che si va ad aggiungere alla bolletta che già è altissima visto che parliamo di circa 400.000 euro annui. Un costo insostenibile, ma riteniamo che uno sciopero a livello locale – conclude – non porti una sensibilizzazione maggiore verso chi, amministrazione comunale in primis, può e, a parole, conferma, di voler riuscire a trovare una soluzione. Vedremo se l'attenzione si tramuterà in fatti, ora non chiudiamo».

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