Imola, Sangiorgi: “Esco dalla Lega, deluso da Salvini e Morrone”

In una lunga lettera aperta, il consigliere comunale Riccardo Sangiorgi annuncia la sua uscita dalla Lega.
La lettera
Cari cittadini,
dopo una lunga e difficile riflessione ho deciso di lasciare la Lega, una decisone che ritengo ormai irrevocabile.
In questi ultimi mesi ho cercato di combattere, internamente, per cambiare le cose, ma purtroppo non sembra esserci nessuna prospettiva di cambiamento e lo spazio per chi ha una visione diversa rispetto alla linea è sempre meno, come dimostrano le varie espulsioni delle ultime settimane.
Nel tempo la Lega è radicalmente cambiata e sicuramente lo sono anche io, ma in direzioni opposte. Siamo diventati incompatibili crescendo, insomma, quindi credo sia arrivato il momento che le nostre strade si dividano.
La verità è che questo movimento, trasformato silenziosamente in partito, è diventata proprietà personale di Matteo Salvini che lo ha portato ad essere una forza di destra radicale, alleata con le forze neofasciste di mezza Europa, snaturando l’impostazione originale di movimento né di destra e né di sinistra.
Personalmente, infatti, mi sono avvicinato nel periodo del Governo Conte I, quando finalmente si era deciso di superare le logiche del bipolarismo novecentesco tra destra e sinistra.
Purtroppo, dalla decisione di far cadere quel governo all’appoggio del Governo Draghi, gli errori sono stati troppi e le posizioni del partito sono diventate spesso indifendibili.
Ma come si fa, per esempio, a difendere Crippa, vicesegretario della Lega, che poche settimane fa disse che la X MAS è meglio di Bella Ciao? Da quando siamo diventati un movimento neofascista? Data la mia giovane età ho studiato le origini della Lega e ricordo Bossi che diceva che il movimento era fieramente antifascista. Capisco che a volte questa canzone, Bella Ciao, venga strumentalizzata da qualcuno, ma quei valori sono patrimonio di tutti.
Emblematica poi l’alleanza con Vox, in Spagna, partito neofranchista che vuole abolire ogni tipo di autonomia locale. Una volta la Lega sarebbe stata al fianco di Puigdemont e delle ragioni del popolo catalano. Ma ormai il federalismo e l’autodeterminazione dei popoli sono concetti che sono stati abbandonati da questa dirigenza.
Sognavo una Pontida moderna con invitato speciale Puigdemont, ma a ottobre i leghisti si ritroveranno un generale ultranazionalista contrario verso le autonomie, auguri!
Insomma, da sindacato del territorio ci siamo trasformati in un partito nazionalista che pensa al Ponte sullo Stretto di Messina.
Recentemente, dopo aver portato il partito dal 34% all’8.9%, per salvarsi, il Segretario federale ha deciso di consegnarsi nelle mani del Generale Roberto Vannacci, decisione che ho già ampiamente criticato.
Le sue posizioni, che dal mio punto di vista sono spesso omofobe e razziste, hanno spinto il partito ancora più a destra.
Un conto è chiedere che l’immigrazione irregolare abbia regole certe, un conto é scivolare in ragionamenti che portano all’odio verso le persone definite “non normali” o non degne dell”italianitá”.
La mia storia personale mi impone di prendere le distanze da tutto ciò.
Perfino la Le Pen non ne vuole sapere niente di lui in Europa.
In un partito, anzi, una caserma, dove contano solo Capitani e Generali, io ho deciso di non essere un soldatino semplice. Mi rifiuto di combattere battaglie che repute sbagliate e dannose.
Preferisco essere un obiettore di coscienza.
Ma come è possibile continuare a negare l’erosione di voti che la Lega ha subito e dire che lo 0.1% in più ottenuto alle Europee sia una vittoria? Nessuno si è accorto che le sezioni sono vuote e il tesseramento non è mai andato così male?
Non sarebbe forse il caso di cambiare linea politica dando parola ai territori, aprendosi ad una elezione democratica e competitiva della segreteria e chiedendo scusa per gli errori commessi negli ultimi anni?
La responsabilità di questo crollo, tuttavia, non è solo di chi oggi è al timone. La responsabilità del fallimento della Lega è anche nelle mani dei tanti bravi amministratori, come Zaia o Fedriga, che hanno tutto il mio rispetto, che però non hanno trovato il coraggio di mettere in discussione le decisioni prese dall’inner circle romano.
Ecco perché non aspetteró il Congresso di quest’autunno (se mai ci sarà) per uscire, perché nulla cambierá.
Per non parlare dei tanti “yes man” che sono seduti in Parlamento, la cui unica preoccupazione è “lisciare il pelo” a chi comanda. Ma così non si capisce che stanno portando il movimento al disastro.
Anche in Romagna, a livello di segreteria Lega, vorrei sottolineare una profonda delusione sull’operato di Jacopo Morrone.
Come membro del direttivo provinciale ed ex Segretario locale, banalmente non ho mai ricevuto una chiamata di supporto o discussione, se non per vedere dei tentativi di censura verso mie posizioni personali sul conflitto in Medio Oriente e Ucraina (rispedite al mittente).
Non bastano le passerelle in sezione, le difesa ad oltranza dello status quo all’interno del partito o le foto di gruppo per dire di saper amministrare bene un partito a livello locale. È mancato il dialogo con i territori, lasciati completamente soli, almeno per quanto riguarda la nostra città.
Diciamolo chiaramente, i territori non contano nulla nelle decisioni, e lo stesso vale per le segreterie locali.
A questo delirio di onnipotenza generalizzato servirebbe una rivoluzione interna dei giovani, ma purtroppo, nel tempo, tanti si sono giustamente allontanati.
Ci vorrebbe un azzeramento di questa segreteria federale, oltre che un nuovo Congresso a livello regionale, per ripartire, ma tutto ciò è altamente improbabile.
Ma come si fa, per esempio, ad aver appoggiato la candidatura di Vannacci in Romagna per le Europee, con tanto di camion vela e volantini, mentre si era consapevoli che questa scelta avrebbe eliminato dalla lista candidati come Daniele Marchetti ? E poi ci si stupisce se la Lega ha preso pochissimi voti a Imola e in generale in Romagna?
Il risultato è stato quello che, la candidata romagnola scelta dalla segreteria regionale per la circoscrizione nord-est, è arrivata ultima nella lista.
È forse questo il rispetto che si ha per il territorio e per chi lavora quotidianamente per il movimento?
Per passare a delle notizie più fresche, che sono state la ciliegina sulla torta: ma come si fa a sostenere per le Regionali Elena Ugolini, ex sottosegretaria di Mario Monti e direttamente in prestito da CL? Sarebbe questo il cambiamento?
Ho appreso poi, che la Lega fará una lista in comune con Popolo della Famiglia di Adinolfi. Un partito che a livello regionale e nazionale é guidato da signori con posizioni che ritengo ambigue, ad esempio sul tema dell’omofobia, oltre che sostenere posizioni ultraconservatrici cattoliche, che ritengo lontane dallo spirito originale del Carroccio.
Ma davvero la Lega laica di un tempo si è messa a rincorrere gli ambienti più radicali e conservatori della Chiesa?
Io, ad esempio, penso sia più lungimerante il pensiero di leghisti come Zaia su questi temi, penso alla sua apertura sull’eutanasia e sui diritti civili.
Ma aldilá del merito, ciò che è più grave è il metodo. Chi guida la Lega a livello regionale non ha nemmeno interpellato le varie segretarie provinciali su queste alleanze; è questo il rispetto che si ha dei territori?
Prima di annunciare la candidatura con Adinolfi e company alla festa di Cervia forse sarebbe stato il caso chiedere un parere alle assemblee provinciali.
Ma non sono solo le vicende a livello locale ad avermi allontanato ma anche e soprattutto quelle a livello nazionale.
Penso soprattutto alla politica estera dove trovo vergognosa la posizione della Lega appiattita sulla peggiore propaganda filo israeliana. In poco meno di un anno non si è trovato un minuto per condannare il genocidio in atto a Gaza e si continua a fare disinformazione contro i palestinesi e la fede musulmana in generale.
Siamo nati per difendere l’autodeterminazione di un popolo, esprimendo solidarietà verso altri popoli in cerca di libertà, ma oggi chiudiamo gli occhi di fronte al massacro dei palestinesi.
Per non parlare del conflitto in Ucraina, dove la posizione di Matteo Salvini è cambiata nei mesi come il vento.
La cosa più grave è che in campagna elettorale abbiamo promesso di fermare l’invio di armi in Ucraina ma adesso non si muove un dito in questa direzione.
Questo si chiama prendere in giro i cittadini.
Queste critiche politiche, sia chiaro, non le avanzo solo alla Lega ma a tutto il governo di generale, che a parer mio, in questi mesi ha disilluso le speranze di tanti italiani.
Penso a tanti temi come la sudditanza verso Washington a livello internazionale, l’irrilevanza a livello europeo, l’aumento delle spese militari, la bocciatura di proposte come il salario minimo, il non aver affrontato in maniera seria il tema della povertà, le riforme istituzionali sbagliate come il Premierato, la caccia alle streghe contro la cannabis light, l’eutanasia e i diritti civili, le tante promesse elettorali mancate come l’abolizione della Legge Fornero, il sostanziale fallimento del Piano Mattei e tanti altri temi importanti sui quali la Meloni ha dimostrato di non essere il vero cambiamento.
A differenza di tanti altri personaggi, che, anche a livello locale, hanno lasciato la Lega per FdI, con quello che si può definire il “salto della quaglia”, questo non è quello che voglio fare io. Non sono alla ricerca di candidature e poltrone, mi accontento di portare avanti le mie idee con coerenza e libertà.
Vedremo se nei prossimi mesi nasceranno prospettive interessanti o progetti politici alternativi a questo sistema.
Al momento il panorama politico italiano è desolante.
Vorrei sottolineare che non ho nessuna intenzione di lasciare la politica o il Consiglio Comunale, dove prossimamente sedró tra i banchi del gruppo Misto.
Per quanto riguarda le elezioni Regionali in Emilia Romagna, nonostante la mia delusione verso la candidatura del centro destra, vorrei però ribadire la mia massima fiducia nell’amico Daniele Marchetti ( che ringrazio anche per questi anni in cui abbiamo lavorato bene insieme) che sicuramente avrà la mia preferenza personale, per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi 10 anni in Regione.
Imola merita un ottimo rappresentante come lui.
Come diceva Miglio ( a 23 anni di distanza dalla sua morte) “l’obbedienza passiva non è una virtù di Uomini Liberi!”