Imola, ritocco alle tariffe dei musei civici dal prossimo anno

Imola
  • 11 agosto 2025

IMOLA - Dal 2026 visitare i musei civici di Imola (San Domenico, Rocca e Palazzo Tozzoni) e partecipare alle attività culturali costerà qualcosa in più. La Giunta comunale ha approvato un aggiornamento dei prezzi che entrerà in vigore in due momenti: dall’1 settembre 2025 per i laboratori, le visite guidate e le proposte didattiche, dall’1 gennaio 2026 per i biglietti d’ingresso. I biglietti singoli vedranno un aumento di un euro: l’intero passa da 4 a 5 euro, il ridotto da 3 a 4. Stesso rincaro per i cumulativi: due musei da 6 a 8 euro, tre musei da 8 a 10. Rimangono confermate le esenzioni per minori di 14 anni, scolaresche con insegnanti, persone con disabilità e altre categorie già previste.

Sul fronte delle attività scolastiche, i laboratori passeranno da 70 a 80 euro a gruppo, le visite didattiche da 50 a 60. “Giocamuseo” aumenta da 7 a 8 euro a partecipante. Per le feste di compleanno, il costo sarà di 110 euro fino a 17 partecipanti (prima 100) e di 150 euro oltre questa soglia (prima 140). “Estate al Museo” salirà da 70 a 80 euro, mentre “Una notte al Museo” costerà 20 euro a partecipante, due in più rispetto agli attuali 18.

Anche le visite guidate extrascolastiche registrano aumenti: per un museo si passerà da 60 a 70 euro, per due musei da 100 a 120. Se svolte in lingua straniera, i costi saliranno da 80 a 90 euro (un museo) e da 120 a 140 euro (due musei). Il “Grand Tour di Imola” vedrà il biglietto intero aumentare da 10 a 12 euro e il ridotto da 8 a 10, con gratuità fino a 12 anni e per le persone con disabilità.

Le categorie che hanno diritto alle tariffe ridotte restano quelle già note: over 65, ragazzi e giovani dai 15 ai 25 anni, studenti universitari, gruppi di almeno 15 persone, soci Touring Club Italiano, iscritti Fai per Palazzo Tozzoni, possessori di YoungER Card e Card Cultura, accompagnatori di invalidi.

Non ci sono spiegazioni ufficiali sulle ragioni degli aumenti, ma si può ipotizzare che a pesare siano stati diversi fattori: il rialzo dei costi energetici e gestionali, la necessità di sostenere attività educative e iniziative culturali sempre più numerose, oltre alla volontà di allineare i prezzi a quelli praticati in altre realtà museali della regione.

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