Quarant’anni per il sociale. La storia del Guppo cooperativo Solco è una fetta della storia imprenditoriale e del welfare imolese e ieri tanti tra rappresentanti istituzionali, professionisti, enti del Terzo settore ed esponenti della cooperazione hanno partecipato all’iniziativa promossa dal Gruppo stesso per celebrare i primi quattro decenni di attività. L’evento è stato dedicato al confronto sulle trasformazioni dell’economia sociale e sul ruolo strategico della cooperazione nella costruzione del welfare del futuro. A portare i saluti istituzionali alla platea che si è ritrovata nella sala del Seminario diocesano, è stato il vescovo Giovanni Mosciatti che ha sottolineato il valore della comunità come fondamento di ogni percorso di sviluppo sociale e umano.
Imola, quarant’anni di Solco: cooperazione sociale protagonista del welfare
40 anni di crescita
I dati presentati dal presidente Luca Dal Pozzo hanno documentato un percorso in costante evoluzione, caratterizzato da ampliamento dei servizi, consolidamento organizzativo e crescente impatto occupazionale. Dalla prima cooperativa fondata nel 1985 si è passati alle cinque di oggi, ciascuna con la propria specializzazione. Anche i soci si sono moltiplicati, dai 13 fondatori ai 570 odierni. Ma soprattutto, se nel 1985 c’era una sola persona impiegata oggi sono i 920 lavoratori e le lavoratrici, il che fa di Solco uno dei principali attori dell’economia sociale del territorio. Ma ci sono anche i fruitrici e fruitori dei servizi di Solco: da 98 nel 1985 fino a oltre 13.800 nel 2025. E c’è il bilancio, con un valore della produzione passato da 29 milioni di lire del 1985 a quasi 30 milioni di euro nel 2025.
Gli interventi istituzionali
Il sindaco di Imola Marco Panieri ha evidenziato come il welfare locale stia attraversando una fase di profondo cambiamento e il valore di un’alleanza solida con la cooperazione sociale per rispondere efficacemente ai bisogni dei cittadini sia fondamentale. Daniela Freddi, responsabile del Piano per l’economia sociale della Città metropolitana di Bologna, ha illustrato le linee strategiche metropolitane sottolineando come le cooperative sociali siano centrali in questo processo. Giovanni Teneggi, responsabile dell’Area ricerca e innovazione di Confcooperative Terre d’Emilia ha sottolineato l’importanza di valorizzare il ruolo delle coop sociali come imprese di comunità, vicine ai territori, capaci di generare fiducia e di attivare energie sociali e imprenditoriali.
Il presidente del Gruppo Solco Civitas, Luca Dal Pozzo, che fu tra quei primi 13 soci fondatori, ha ripercorso la storia del Gruppo e rilanciato una visione per i prossimi anni: «Festeggiare 40 anni non è solo guardare al passato, ma rilanciare l’impegno per il futuro. Oggi più che mai, nel contesto di un welfare in trasformazione, la cooperazione sociale deve essere protagonista: capace di innovare, di aggregare, di rimanere vicina alle comunità. Il nostro punto di forza è la presenza nei territori. Conosciamo i bisogni, viviamo le relazioni, costruiamo soluzioni insieme ai cittadini, ai servizi pubblici, al mondo del volontariato. Per i prossimi anni vogliamo rafforzare questa prossimità, continuando a essere non solo promotori ed erogatori di servizi, ma costruttori di legami, generatori di fiducia e sviluppo umano. Il territorio ha bisogno di cooperative sociali forti, autonome, radicate e solidali. Noi ci siamo, con la forza di 40 anni di esperienza e lo sguardo puntato sul domani, consapevoli che solo con il lavoro di rete è possibile rimanere al fianco dei cittadini e delle cittadine».