Imola, nel 2020 oltre 470nuovi casi di Alzheimer

Imola

Oggi è la XXVIII Giornata Mondiale Alzheimer, una malattia che non ha dato tregua nemmeno al territorio imolese anche nel periodo della pandemia.

Malattia in crescita

I dati epidemiologici forniti dall’Ausl di Imola sono consistenti. Nel 2020, infatti, nonostante alcuni lunghi periodi di chiusura causata dalla pandemia, il centro disturbi cognitivi dell’azienda sanitaria locale ha effettuato oltre 470 nuove visite e circa 700 controlli.

Conoscenza e sostegno

Come ogni anno la giornata internazionale a Imola è occasione per sensibilizzare sulla malattia e per confrontarsi sui temi di sostegno alle famiglie, considerato anche che in città ormai da molti anni opera la struttura dedicata Casa Alzheimer. “Malattia di Alzheimer, percorsi e sostegno per malati e famiglie”, è il titolo del seminario formativo che si svolgerà on line oggi dalle 17.30 alle 20.30. Molti saranno gli interventi da parte dei professionisti dell’Ausl e dell’ Associazione Alzheimer Imola presieduta da Lucia Valtancoli che, in modo integrato, lavorano con i malati e le famiglie sul territorio. Il seminario è indirizzato a tutti gli operatori sanitari, sociosanitari e sociali coinvolti, ma anche ai cittadini interessati a conoscere ed approfondire i percorsi presenti sul territorio per il supporto dei malati e delle famiglie. I lavori saranno aperti dalla presidente dell’Associazione Alzheimer Imola Lucia Valtancoli e dal dottor Massimo Menetti, responsabile della Geriatria ospedaliera-territoriale dell’Ausl Imola. Seguiranno interventi per delineare il contesto demografico locale e sull’attività del centro disturbi cognitivi di Imola, le attività psicologiche di supporto alle famiglie e di stimolazione cognitiva ai pazienti e neuropsicologiche, di valutazione dello stadio della malattia, le funzioni dell’assistente sociale, il ruolo essenziale del medico di famiglia e quindi due interventi clinici focalizzati sui disturbi comportamentali.

Politiche sociali

«Proprio durante la pandemia si è celebrato il ventesimo anniversario della legge 328/2020, Legge Turco- Signorino “Per un sistema integrato di interventi e di servizi sociali” e mai come in questo momento abbiamo compreso quanto sia attuale la legge che venti anni fa li aveva previsti e quanto cammino ci sia ancora da fare – sottolinea Daniela Spadoni, assessora al Welfare –. La politica è colpevole di non aver applicato quella legge nei suoi punti cruciali: la definizione dei livelli essenziale sociali, un Fondo sociale nazionale dotato di risorse congrue, l’investimento sulle professioni sociali, e la valutazione dei risultati. Conosciamo bene come la sindrome di Alzheimer distrugga gli equilibri di una famiglia e costruisca nella vita di chi la deve sopportare una storia nuova, fatta di dolore, rimpianti, silenzi e pagine bianche nella memoria. Il nostro territorio ha lavorato alacremente per costruire realtà di eccellenza nella presa in carico dei malati, come la Casa Cassiano Tozzoli, costruita grazie al contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e dell’Associazione Alzheimer. Ma questa pandemia ci ha chiesto di potenziare sia l’assistenza domiciliare integrata che l’assistenza socio assistenziale, quella di competenza dei Comuni e finanziata dal Fondo sociale nazionale, che registra un costante calo di copertura della popolazione. Per questo chiediamo al Governo di rimettere mano all’applicazione della legge 328/2000. L’assistenza domiciliare sociale non deve riguardare solo le prestazioni connesse alle funzioni vitali ma prendere in carico il bisogno di relazionalità rivolti sia ai malati che alle loro famiglie».

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