Imola, liceali nei container: per riavere i bagni servono ancora giorni

Per poter riutilizzare i bagni dei container che ospitano le classi all’esterno del Liceo Scientifico servirà ancora qualche giorno, dopo la sanificazione avvenuta nei giorni scorsi, a oltre una settimana dal ritrovamento del batterio della legionella nell’acqua dei bagni stessi.
L’intervento
Come spiegato al Corriere dal referente scuola della Città metropolitana, i tecnici sarebbero andati l’11 e così è successo. La Città metropolitana ha previsto tre tipi di intervento: mercoledì scorso ha cominciato sostituendo i rubinetti, le tubature sotto i lavandini e le cassette dell’acqua. L’Ausl avrebbe poi chiesto al dirigente scolastico di redigere un documento di valutazione dei rischi relativi alla struttura rilevando che i bagni agibili, già prima di riscontrare il problema della legionella, erano solo 3 su 6 e avevano parti rotte o malmesse, tutti problemi che oggi sono stati ripristinati dal punto di vista dei componenti idraulici. La sanificazione vera e proprio è poi stata fatta il giorno dopo, giovedì 12, e nel contempo sono stati programmati altri due interventi: la sostituzione del boiler , mentre la prossima settimana l’Ausl effettuerà nuovi tamponi, per capire se la legionella è stata debellata, dopodiché bisognerà attendere l’esito delle analisi del caso. Fino ad allora i 120 studenti dei container dovranno continuare ad accedere all’edificio della scuola per utilizzare i servizi.
Incontro con genitori e prof
Dopo i primi interventi, per aggiornare sull’evoluzione della situazione, sono stati convocati dal dirigente del Polo liceale Paolo Nardiello i rappresentanti dei genitori e i coordinatori delle classi interessate e questi avrebbero sottolineato ancora una volta il disagio di trovarsi a fare lezione nei moduli, ribadendo non solo la scomodità logistica ma anche tutte le difficoltà a livello di socializzazione che questa sistemazione comporta per i ragazzi e le ragazze, pertanto hanno chiesto al preside di cominciare subito a cercare una soluzione alternativa che sia già operativa da settembre del prossimo anno e dunque senza stare ad aspettare, la costruzione della nuova scuola in viale D’Agostino, che comunque non sarebbe pronta prima dell’anno scolastico 2026. Purtroppo sembra che sia stato ribadito quanto già risposto dal preside ai giornali quando la notizia è diventata di dominio pubblico la scorsa settimana: ovvero che per lui i moduli sono una risorsa, «un privilegio» il termine utilizzato rispondendo al Corriere, e che valutazioni di spazi diversi potrebbero solo complicare l’organizzazione. Quindi nonostante la mobilitazione dei genitori e il coraggio degli studenti che hanno preso la parola pubblicamente contando sull’appoggio delle istituzioni, di fronte all’evidenza dei problemi, sanata l’emergenza sanitaria potrebbe non cambiare nulla. Quanto accaduto è da ricondurre all’aver accolto più studenti, in base a una domanda crescente, rispetto agli spazi disponibili. Perciò il dirigente ha detto ai rappresentanti che insieme al Consiglio di istituto, stilerà i criteri d’accoglienza per l’iscrizione per l’anno prossimo. Intanto ci sarà un nuovo incontro a inizio anno su domanda e offerta degli istituti in Città metropolitana. l.g.