Imola, infermiera aggredita in ospedale: a colpirla una donna senzatetto

Imola
  • 16 settembre 2025

Ancora un’aggressione in ospedale. Questa volta si tratta di un’infermiera che nella serata di domenica si apprestava a ritirare la divisa di servizio dal distributore, quando è stata insultata, aggredita verbalmente e fisicamente, con colpi al petto e alle spalle, sferrati da una donna senzatetto che da tempo stazionerebbe negli ambienti dell’ospedale stesso.

A riferirlo è il segretario della Fials Stefano De Pandis che denuncia «una situazione ormai divenuta insostenibile all’interno dell’Ospedale di Imola».

«Da tempo segnaliamo la presenza costante di clochard e persone in evidente stato di alterazione psicofisica, soprattutto nella zona della portineria, che arrecano disturbo e disagio a utenti e operatori sanitari», spiega De Pandis che riferisce come siano almeno tre o quattro le persone senzatetto, uomini e donne, che ciclicamente tornano in ospedale stazionano di giorno fuori nei pressi dell’ingresso e di notte anche nei corridoi. Si tratta di persone che per lo più non creano fastidi, ma non sempre fila tutto liscio. La donna che ha aggredito l’infermiera non sarebbe infatti nuova a gesti aggressivi.

Riferendo l’ultimo episodio definendolo «di estrema gravità», il sindacalista spiega infatti che la collega «ha riportato lesioni tali da dover ricorrere alle cure del pronto soccorso».

«Questo fatto non è più tollerabile - continua De Pandis -. È inaccettabile che in un luogo deputato alla cura e alla sicurezza della comunità i lavoratori siano esposti a rischi del genere. Pretendiamo che la direzione dell’Ausl di Imola adotti con urgenza misure concrete ed efficaci a tutela del personale e dell’utenza, garantendo vigilanza, controllo degli accessi e la piena sicurezza degli ambienti ospedalieri. La Fials non resterà in silenzio di fronte a tali episodi, né permetterà che la tutela della salute e della dignità dei lavoratori venga messa in secondo piano. Confidiamo in un intervento immediato, diversamente saremo costretti a valutare ulteriori iniziative a difesa del personale».

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