Imola, il vescovo Mosciatti: “Prima di essere credenti siamo chiamati a essere umani”

Dopo una intensa settimana di rogazioni, e processioni in molti quartieri della città, domenica sera la Madonna del Piratello è rientrata al santuario. E’ tradizionalmente questa l’occasione per la benedizione del vescovo alla città, e in questo caso monsignor Giovanni Mosciatti ha lanciato il suo appello accorato per la pace. «La Madonna ci aiuta ad alzare lo sguardo da noi stessi, ed è fonte di reale speranza...Le tempeste non potranno mai avere la meglio, e questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci fa camminare senza perdere di vista la grandezza del destino a cui siamo chiamati» è stata la e del vescovo che ha citato il nuovo papa Leone XIV : «Ci ha detto “In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri. E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità”. Prima di essere credenti, siamo chiamati a essere umani - è stato il monito del vescovo -. È proprio la fretta, così presente nella nostra vita, che molte volte ci impedisce di provare compassione. Chi pensa che il proprio viaggio debba avere la priorità, non è disposto a fermarsi per un altro. La compassione si esprime attraverso gesti concreti. Quando saremo capaci di interrompere il nostro viaggio e di avere compassione? Quando avremo capito che quell’uomo ferito lungo la strada rappresenta ognuno di noi. E allora la memoria di tutte le volte in cui Gesù si è fermato per prendersi cura di noi ci renderà più capaci di compassione».
«L’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza, soprattutto in Ucraina e a Gaza. Che il loro grido disperato di aiuto spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai conflitti. Che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte - ha pregato il vescovo -. Ci aiuti poi Maria a guardare al futuro con speranza. In tante situazioni si sta perdendo il desiderio di trasmettere la vita e ci ritroviamo con un preoccupante calo della natalità. Non venga a mancare il sostegno delle comunità credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché si ravvivi il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie: è questione di speranza. Abbiamo bisogno di recuperare la gioia di vivere, non possiamo accontentarci di sopravvivere o vivacchiare, di adeguarsi al presente lasciandosi soddisfare da realtà solo materiali». Ha ricordato poi i malati, visitati una settimana fa con l’ingresso della Madonna in città, e si è rivolto ai giovani: de»Di tanti segni di speranza hanno bisogno i giovani. Sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. Come è bello vederli in azione quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vedere giovani privi di speranza, quando il futuro è incerto, quando un lavoro non sufficientemente stabile rischia di azzerare il desiderio, quando l’illusione delle droghe o il rischio della trasgressione li spinge a gesti autodistruttivi o violenti. Maria ci aiuti ad una rinnovata passione per prenderci cura dei ragazzi».