Imola, il Comune approva il progetto di recupero eccedenze di cibo
Dopo la fase di sperimentazione fino a giugno di quest’anno, e dopo la presentazione ufficiale a fine settembre, è stato definitivamente approvato dal Comune di Imola il progetto “Un s’bòta veja gnét”. Un’azione concreta di recupero alimentare che sposa un’impostazione di riduzione dei rifiuti con la finalità sociale in ambito di sostentamento.
L’impianto progettuale prevede, infatti, di permettere il recupero delle eccedenze alimentari a favore dell’ente no profit “No sprechi” che, da diversi anni, si occupa di persone in stato di difficoltà. Nel territorio imolese a oggi siamo su circa 1.300 unità che si rivolgono all’associazione per aiuti alimentari.
La durata coincide con la stessa del contratto di affidamento in concessione per la gestione dei rifiuti urbani nei Comuni e quindi fino al 31 dicembre 2036 partendo dal gennaio 2023. Questo servizio ha un costo di circa 13 mila euro.
Il progetto
Nello specifico i soggetti in campo per questo sistema di gestione del progetto sono il Comune, Hera, “No sprechi” e i diversi donatori delle eccedenze alimentari che possono essere esercizi commerciali, grande distribuzione, pubblici esercizi e imprese.Il progetto ha due obiettivi specifici: prevenire e ridurre la produzione di rifiuti e sostenere gli enti che assistono le fasce deboli della comunità. Il tutto coinvolgendo direttamente e affiancando le aziende locali facenti parte della filiera agroalimentare attraverso la formalizzazione di progetti di recupero già attivi e l’attivazione di nuove iniziative di recupero.
In più l’idea possiede un’importante valenza educativa riguardo alla diffusione di buone pratiche di riduzione dello spreco. Tra i primi step c’è l’acquisto delle strumentazioni e materiali necessari per il mantenimento, gestione e distribuzione dei generi alimentari raccolti e quindi si tratta di un abbattitore-congelatore professionale, una trentina di contenitori isotermici e 360 buste termiche. Inoltre è prevista una parte di formazione per una ventina di volontari.
Cosa faranno i donatori
Con l’adesione le realtà che aderiscono al progetto s’impegnano a gestire correttamente gli alimenti e i beni, in particolare garantendo il corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti e a rispettare inoltre dovranno effettuare gratuitamente e tramite il proprio personale l’attività di recupero e valorizzazione dei prodotti alimentari non consumati consegnandoli esclusivamente agli enti beneficiari individuati nel progetto offrendo le garanzie sulla trasparenza, legalità e legittimità del servizio.Dovranno inoltre cedere gratuitamente all’associazione prodotti alimentari che siano dal punto di vista igienico sanitario salubri, idonei al consumo rispettando le tempistiche concordate. Infine non potranno consegnare i prodotti a soggetti diversi da quelli incaricati.