Imola, il caso delle “arche della cultura” arriverà in Consiglio comunale

Imola
  • 30 ottobre 2024

Il “caso” delle “arche della cultura”, la storica libreria a cielo aperto da anni sotto al portico di palazzo Sersanti costretta a chiudere per l’incompatibilità estetica con la ristrutturazione dell’edificio, arriverà in Consiglio comunale. Di sicuro, però, non nella seduta odierna. A presentare la mozione sarà il consigliere Ezio Roi (M5S) dopo che il Comune aveva ammesso di essere alla ricerca di un luogo accessibile e di passaggio in cui posizionare la libreria. «Forse non saranno l’ultimissimo grido di design, ma c’è il modo di renderle aggraziate, magari dipingendole come quelle della storica libreria Nanni di Bologna –scrive Roi –. Ma per Imola caput mundi e i suoi nuovi imprenditori non sono sufficientemente chic e modaiole per poter essere oggi “esteticamente” compatibili. La cultura non fa fine, se non è presentata in luoghi più sfarzosi. Ormai il centro non rappresenta il principale luogo di ritrovo e socialità, ma deve poter essere venduto, deve assomigliare sempre più a un luogo a cui aspirano le élite, perdendo ogni collegamento con la sua storia popolare. Non per questo meno ricco di cultura, relazioni e significato».

Per Roi «la perdita dei ricordi e del senso di incontrarsi “gratuitamente” riporta la città a una dimensione più anonima e consumistica che, temiamo, finirà per dare il colpo di grazia a un centro asfittico e agonizzante dove si evidenzia in modo ingessato e stereotipato la differenza tra chi è “in” e chi non lo è. Il dubbio poi è che chi pone questi veti sia afflitto da superficialità e ignoranza storico-culturale ma anche estetica».

Il consigliere in aula chiederà «quali siano i criteri estetici in base ai quali le bancarelle sarebbero inadeguate, anche in considerazione di quanto è attualmente presente a Bologna, che non considera come provincialmente avviene a Imola i libri esteticamente sgradevoli ma bensì arricchenti il panorama cittadino – conclude Roi –. Chiedo inoltre se siano state eventualmente considerate le modalità per valorizzare le bancarelle, magari con arredo vegetale o un colore diverso e quali collocazioni alternative siano state individuate prima di procedere con i provvedimenti annunciati in seguito alla “incompatibilità” estetica».

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