Imola, I 40 anni del Baccanale e un nuovo capitolo dedicato alle spezie




Tutto iniziò nel 1985 con un convegno sulla cucina, per quei tempi quasi un azzardo. Sono passati quarant’anni e da 25 il Baccanale focalizza ogni anno un tema specifico intorno al quale chiama a riflettere studiosi, storici, chef, giornalisti, produttori, sommelier, assaggiatori, commensali e appassionati da tutta Italia, insomma tutto il mondo che ruota intorno a un tema che ormai è cruciale, a volte persino inflazionato. Proprio per questo arrivare a 40 anni non era scontato, soprattutto portando ogni volta spunti nuovi con un obiettivo sempre più incalzante per l’amministrazione comunale che organizza: portare il Baccanale oltre, sempre più fuori dai confini del territorio. «E’ un’operazione culturale e di marketing territoriale insieme» evidenzia il sindaco Marco Panieri.
Il mondo e le spezie
Sarà la voglia di allargare gli orizzonti che anche quest’anno ha portato il Comune a presentare la nuova rassegna, in calendario dal 25 ottobre al 16 novembre, a Milano negli spazi suggestivi della Triennale in parco Sempione, tempio del design made in Italy. Ma al viaggio è legato anche il tema di quest’anno, le spezie. Come ha detto l’assessore alla cultura Giacomo Gambi, «le spezie a volte sono invisibili agli occhi eppure cambiano tutto, così hanno cambiato la storia dell’umanità, in questo Baccanale ci sarà anche molta storia da raccontare». Cosa c’è oggi di più consuetudinario di avere in tavola sale e pepe? Eppure in queste due sole spezie si concentra una buona fetta di storia umana. Le spezie non sono infatti solo insaporitori, sono protagoniste a tutti gli effetti della storia dell’umanità: materie prime preziose che da sempre attraversano confini e culture, impiegate non solo in cucina, ma anche nella medicina, nella cosmesi e nei riti. Aromi per i quali sono state create rotte commerciali, sono state compiute battaglie, sono state fatte scoperti continenti fino a quel momento sconosciuti. In fondo cosa più dei generi considerati voluttuari spesso ha segnato la storia umana?
Gusto , esperienze, economia
Ecco dunque che il cartellone di proposte, pubblicato e aggiornato via via sul sito www.baccanale.it, va studiato nel dettaglio, per comporre ciascuno come vuole un’esperienza di approfondimento che non potrà non passare ad esempio dalla mostra di 250 spezie allestita a palazzo Sersanti ( inaugurazione domenica 26 alle 10), o dalla bottega trecentesca dello speziale imolese Diotaiuti ricostruita attraverso le sue stesse ricette conservate attraverso i secoli, o magari osservando con occhi nuovi gli splendidi vasi della farmacia dell’ospedale, o ripercorrendo la storia di un’altra spezieria, questa volta del 1600, ricostruita con gli atti dell’Archivio di Stato. Ma c’è anche un aspetto attuale e concreto: «Il Baccanale non ci sarebbe senza il mondo agricolo - ribadisce l’assessore alle Attività economiche Pierangelo Raffini -, quindi sarà ancora una volta l’occasione per andare a scoprire mercati agricoli e delle erbe, e il banco d’assaggio di vini e oli del territorio, oltre che i menù dei nostri ristoranti». In fondo l’anno scorso sono stati venduti 50mila coperti con i menù a tema, che quest’anno sono 34, dunque certamente non un risultato residuale anche per l’economia locale.
Chi cucinerà al Baccanale
Nomi eccellenti nella lista degli ospiti, chef di casa impegnati in ben 34 menù a tema nei locali della città e del circondario. La cucina... cucinata, servita e consumata è ovviamente protagonista della manifestazione nonostante il taglio sempre più culturale. A partire dallo chef di casa Massimiliano Mascia, alla guida del bistellato più longevo d’Italia San Domenico, al quale quest’anno verrà consegnato il “Garganello d’oro” (29 ottobre), da Polesine Parmense arriverà lo chef sindaco re del culatello Massimo Spigaroli (28 ottobre) . Dalla Campania di cui è ambasciatore arriverà anche Luciano Sorbillo (3 novembre) per parlare di farine, impasti e condimenti della pizza, mentre Igles Corelli cucinerà con Raffaele de Martino a Castel San Pietro (6 novembre). Un trio di talenti romagnoli, Mattia Borroni, Matteo Cameli e Andrea Serafini, cucineranno una cena originale che valorizza i cibi fermentati (8 novembre). Ancora sei mani di chef per l’ultimo pranzo del 16 novembre: Paolo Reggiani, Dmitri Galuzin e Massimiliano Mussoni. In mezzo le incursioni di maestri pasticcieri, anche in questo caso la stella di casa Sebastiano Caridi che ospita Igino Massari (il 30 ottobre), il maestro Gino Fabbri che torna a Imola il 2 novembre. Un ampio ventaglio di opportunità fra cui scegliere, ognuna rappresenta un’esperienza. Come del resto i 34 menù a tema messi a punto, con la consueta dose di creatività, da parte dei ristoranti, osterie e locali imolesi. Dalla cucina vegana all’hamburger gourmet, dai menù sofisticati a quelli dell’osteria, da quelli schietti da agriturismo alla proposta di pesce, alla pizza. Più che mai la carta delle proposte quest’anno rappresenta un vero viaggio e riflette gusti, appartenenze, stili dei cuochi , di Imola ma anche di altri comuni del circondario, che le hanno messe nere su bianco. Anche i prezzi variano, dai 25 ai 150 euro. Ci sono anche sei “fuori menù” in caffè e bar che hanno costruito una proposta di cocktail e stuzzichini a tema, mentre lo street food in piazza sarà “d’autore” con il progetto Alt Stazione del Gusto dello chef Niko Romito (31 ottobre, 1 e 2 novembre).