Imola, Electro System, si sposta a Lugo, i sindacati: “Un atteggiamento inaccettabile”

Imola
  • 25 ottobre 2025

“Alla lista delle vertenze in corso sul territorio imolese si aggiunge la Electro System di Imola, che apre una procedura di trasferimento collettivo per 34 lavoratori, con spostamento dell’azienda da Imola a Lugo e il conseguente trasferimento di tutti i lavoratori”, fanno sapere i sindacati, ricordando che “Electro System, storica società del nostro territorio, negli anni ha subito numerosi cambi di proprietà ed è stata acquisita nei mesi scorsi dal fondo Ibla Capital, che è proprietario anche di Bwr Power Systems, con sede a Lugo di Romagna. Motivo per il quale, con un atto unilaterale, venerdì mattina la proprietà ha comunicato il trasferimento della società imolese nello stabilimento di Lugo e quindi di tutti i dipendenti in forza”. Alla comunicazione aziendale “ci siamo già opposti, aprendo anche uno stato di agitazione su mandato delle lavoratrici e dei lavoratori”, dichiara Marco Valentini, segretario della Fiom-Cgil di Imola: “Riteniamo illegittimo qualsiasi tentativo da parte del gruppo di mettere in condizione le persone di adattarsi alle modalità aziendali se non condivise, anche perché oggi, come non mai, è necessario aprire invece una seria discussione sulla conciliazione vita-lavoro. Qui si va verso la parte opposta”. Per Valentini “è assurdo che, in questo ultimo periodo, si stiano intensificando azioni unilaterali da parte delle imprese, che spesso sono gestite da multinazionali o fondi di investimento. Quanto accaduto in Electro System è l’ennesima forzatura che scarica sui lavoratori e sulle lavoratrici scelte industriali che mettono al centro il profitto”. Dopo l’apertura dello stato di agitazione “attendiamo ora, nei canonici sette giorni, la convocazione di parte datoriale per avviare la procedura di confronto”, aggiunge Giuseppe Rago della Uilm-Uil.

La Electro System è “l’ennesima azienda imolese che vuole delocalizzare, privando il territorio di un presidio industriale ultradecennale per una mera questione di risparmio sui costi- continua Rago- facendo sobbarcare ai lavoratori le relative conseguenze costituite da un aggravio di costi e disagi in termini di orario. Una scelta unilaterale arrivata come una doccia gelata, senza alcuna preventiva comunicazione, con una decisione già assunta che ha previsto, prima ancora della comunicazione alle organizzazioni sindacali, la disdetta del canone di affitto dei locali”. Un atteggiamento “inaccettabile e d’imperio, che ovviamente si traduce in un atto ostile e foriero di una pessima partenza per le interlocuzioni”.

Secondo Antonino Liuzza della Fim-Cisl “un’altra azienda viene utilizzata dall’ennesimo fondo speculativo, apparentemente solo per scopi di natura commerciale e manovre finanziarie, incurante delle ricadute sull’occupazione. Nonostante si tratti di un trasferimento chilometricamente contenuto rispetto ad altre vicende territoriali che hanno visto la chiusura o il trasferimento di aziende verso altri continenti, il gruppo finanziario sottrae con un colpo di penna lavoro ed economia al territorio di Imola, portandola altrove. Non si curano minimamente delle ripercussioni economiche e di carattere sociale che colpiranno i lavoratori che, dall’1 gennaio, si troveranno alle prese con il disagio sia di carattere logistico che economico per raggiungere il nuovo luogo di lavoro”. Una dimostrazione in più della necessità di “fare fronte comune tra istituzioni e parti sindacali per affrontare seriamente le crisi che stanno colpendo il territorio. Bisogna fare ulteriori e più incisivi sforzi a riguardo”, è l’appello di Liuzza.

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