Imola, Baccanale: ristoranti pieni, il tema dell’olio attira clienti anche da fuori

Fra i protagonisti del Baccanale c’è la compagine dei ristoratori imolesi. La manifestazione in origine nasceva proprio per promuovere la ristorazione locale e via via ha sviluppato anche i caratteri di un evento cultural gastronomico. Il coinvolgimento dei ristoratori di Imola e circondario è rimasta una costante. Quest’anno sono in tutto 33 e sono stati chiamati come sempre a creare un menù a tema e a corrispondere una quota di adesione di 250 euro. Ad accomunare quest’anno i menù proposti dai 33 ristoranti aderenti è l’olio extra vergine d’oliva.
«Rispetto alle edizioni passate, quest’anno il Baccanale ha una marcia in più e il tema, essendo Imola diventata Città dell’olio, è in sintonia con il territorio. Ciò che rende speciale Il Baccanale è il senso di aggregazione - spiega Leonardo Mantovani, gestore dell’Osteria Callegherie -, è un’occasione per riunire persone che durante l’anno si vedono poco e che si ritrovano per questo evento. Molti clienti provengono anche da fuori città e aspettano il Baccanale per venire a gustare la cucina imolese. In ogni piatto del nostro menù è presente un olio diverso: due oli locali per valorizzare la zona, un olio pugliese, dato che lo chef è della Puglia».
«Il Baccanale è una delle manifestazioni più amate dal pubblico e che porta maggiori risultati, i locali sono pieni e la curiosità delle persone è tangibile - afferma Matteo Dal Pozzo, da poco subentrato nella gestione di Cucinot di via Orsini -. Essendo il nostro un ristorante vegano, l’olio è già un elemento costante nelle ricette quindi il tema di quest’anno è stato per noi particolarmente semplice. Il nostro piatto che, a mio avviso, valorizza al meglio l’oro verde è il canederlo in brodo di nocciole, topinambur e funghi, con un olio che ne esalta il sapore».
Marino Pasquali del ristorante Poggio Pollino da sempre è sostenitore del Baccanale ma propone anche una riflessione sui tempi della manifestazione: «Vorrei che tornasse a svolgersi solo nel mese di novembre. I ristoranti di taglia medio grande come il nostro, con una clientela soprattutto famigliare, nel mese di ottobre sono già pieni per cerimonie, ma anche per i tanti eventi che ultimamente si svolgono in autodromo e il menù del Baccanale non viene venduto. Riportarlo a tutto a novembre, in cui era nato, aiuterebbe invece ad animare un mese più smorto per noi ristoratori. Detto ciò, resto un super sostenitore del Baccanale, che per gli imolesi è diventato anche di moda, e non ho mai pensato che fosse troppo oneroso partecipare, anzi! Quest’anno poi è stato scelto un tema per me fantastico “un filo d’olio”, che si può interpretare come filo conduttore ma anche proprio come quantità di ingrediente, la giusta dose. Noi utilizziamo l’olio del frantoio Valsanterno a due passi».
Benedetto Linguerri è da un anno il nuovo gestore della storica Osteria del Vicolo Nuovo: «Il tema di quest’anno, l’olio è molto sfidante. Renderlo protagonista nei piatti è sicuramente difficile e interessante perché quasi sempre è un complemento. Quanto alla quota di partecipazione credo che sia minima, quasi simbolica. Noi abbiamo visto una grande risposta da parte della clientela, sia in termini di vivacità della città, la cui ricaduta va su tutti, ma anche come apprezzamento del menù. Abbiamo visto una clientela attenta, che chiede informazioni sui prodotti e sugli abbinamenti con i vini, è un bel periodo per noi».
Per il pasticcere Matteo Coralli questo è il primo Baccanale da ristoratore con il Fiskebar-Linea 22: «Siamo molto soddisfatti, il Baccanale è iniziato con un sacco prenotazioni e l’80% sceglie proprio il menù del Baccanale. Noi abbiamo pensato di dare la possibilità di sceglierne anche piatti singoli perché non sempre le persone hanno voglia di fare un menù completo ed è stato apprezzato. Comunque, il ritorno è positivo e siamo pieni quasi tutti i giorni e vedo tanta gente che viene da fuori circondario apposta». All’Hostaria 900 Orazio Galanti si dice persino stupito: «Siamo partiti piano perché il primo week end si è accavallato con le Finali Mondiali Ferrari, poi questa settimana è esploso. Rilevo che le persone mangiano meno, è cambiato il modo di vivere, e spesso un menù completo non viene scelto da tutti, per questo do possibilità di mangiare anche un solo piatto, per la cucina è un po’ più impegnativo ma il nostro lavoro è trovare soluzioni per i clienti. La risposta oltre aspettative, negli anni siamo aumentati come ristoranti in città ma lavoriamo tutti».
Il Baccanale oltrepassa le mura cittadine, a Castel San Pietro Stefano Iseppi è il gestore del Gastarea Bistrot dove oltre al menù a tema è stata proposta una serata dedicata alla degustazione guidata di oli del Presidio Slow Food ulivi secolari abbinati alla pizza al tegamino, una delle proposte “pop” del menù quotidiano: «Una serata apprezzata da chi ha partecipato. Per il resto, da un lato emerge sempre più spesso la richiesta di avere meno portate, il che limita la richiesta del menù Baccanale completo, dall’altro la gradita curiosità di assaggiare le nuove proposte con particolare attenzione ai secondi».