Imola: autismo, sono 308 i pazienti in carico all’Ausl

Imola
  • 03 aprile 2025

L’Ausl di Imola attualmente ha in carico 308 pazienti autistici, rispettivamente 243 minori (83 tra gli 0 ed i 6 anni; 89 tra i 7 e gli 11 anni e 71 tra i 12 ed i 19 anni) e 65 adulti. Lo ha reso noto l’Ausl di Imola in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza sull’autismo, che cadeva ieri, e invita ogni anno a riflettere sui diritti e sulle necessità delle persone con disturbi dello spettro autistico (Asd), sottolineando l’importanza di un approccio individualizzato ed inclusivo. «Anche quest’anno riteniamo importante ricordarlo - spiega la dottoressa Chiara Cerbai, referente dell’Ausl per l’autismo - Lo Spoke autismo minori è attivo dal 2005 mentre lo Spoke adulti dal 2018, in linea con le indicazioni del Programma regionale integrato per l’assistenza alle persone con disturbi dello spettro dell’Autismo . Gli Spoke svolgono attività di valutazione diagnostica e funzionale, di definizione ed attuazione del Piano o del progetto individualizzato per la persona con autismo, che viene costantemente monitorato ed eventualmente rivalutato sulla base degli esiti. Gli operatori degli Spoke erogano i trattamenti diretti e indiretti (psicoeducativi, logopedici, psicologici, neuromotori), le supervisioni comportamentali Aba, i percorsi di Parent training, le consulenze ai genitori e agli operatori scolastici. Gli Spoke autismo minori e adulti svolgono anche funzione di supporto nella transizione dal servizio di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ai servizi dedicati alla presa in carico degli adulti, Centro Salute mentale e Polo disabili adulti, in stretta collaborazione con l’Asp, sia in occasione dell’uscita dai percorsi scolastici, sia per la programmazione di attività e interventi per la definizione del Progetto di vita, in un’ottica di integrazione socio-sanitaria. Gli stessi centri si occupano inoltre di attuare percorsi di gestione dell’emergenza comportamentale al fine di attivare la rete con l’obiettivo di una gestione fattiva e integrata dei comportamenti problema».

Dal 2016 i cosiddetti “Spoke” si occupano poi di portare avanti i progetti “desensibilizzazione alle pratiche mediche minimamente invasive” e “facilitare l’accesso alle cure ospedaliere, visite programmate e urgenze” rivolti a persone con disturbi dello spettro dell’autismo e/o con deficit della comunicazione e/o del comportamento. Gli interventi sono possibili grazie all’impegno e alla professionalità delle équipe multidisciplinari composte da neuropsichiatri infantili, psichiatri, psicologi, educatori professionali, logopedisti, terapisti della neuro e psicomotricità, infermieri professionali e assistenti sociali. Il team lavora in stretta collaborazione per garantire percorsi personalizzati e il più possibile adattati alle esigenze di ogni individuo e della sua famiglia. Ogni professionista è formato sulle più recenti metodologie e tecnologie per supportare al meglio gli utenti e i loro familiari. «Il nostro lavoro - spiega Elisabetta Zucchini, direttrice dell’Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza - richiede non solo competenze tecniche, ma anche sensibilità per comprendere le specificità di ogni situazione. È un impegno che portiamo avanti con dedizione e passione. Non bisogna dimenticare che le famiglie affrontano sfide quotidiane significative»

«Quest’anno – conclude la dirigente del Dipartimento di salute mentale Alba Natali - invitiamo tutti a partecipare attivamente alla costruzione di una società più consapevole e inclusiva. Conoscere meglio il mondo dell’autismo, offrire ascolto e supporto, riconoscere il valore unico di ogni individuo è fondamentale. Ognuno di noi può contribuire: ascoltando, imparando, accogliendo e supportando».

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