Il Coronavirus non divide Franco e Vilma, anniversario in corsia

Imola

IMOLA. Sempre insieme, in salute e in malattia. Niente di più vero per Franco e Vilma, 53 anni di matrimonio, una vita trascorsa al lavoro nella stessa azienda, la stessa passione per i viaggi in camper e purtroppo da qualche settimana anche lo stesso virus in corpo e la malattia. A separarli però non c’è riuscito nemmeno il Covid 19. E l’anniversario di nozze, il 53°, che Franco e Vilma, 76 anni lui e 72 lei, hanno festeggiato ieri nella corsia dell’ospedale di Imola, per certi aspetti forse sarà uno di quelli che ricorderanno con più amore e la contentezza di chi insieme ce l’ha fatta ancora una volta.
Il contagio
«A inizio marzo i miei genitori erano in viaggio con il loro camper in Liguria – racconta Daniela, la figlia di Vilma Rambaldi e Franco Vicchi –. Erano partiti per andare a Sanremo per il festival poi avevano continuato il loro viaggio. Quando hanno cominciato a sentire che la situazione sanitaria diventava sempre più preoccupante sono rientrati a Imola». La coppia di pensionati, una vita di lavoro nella stessa azienda in reparti diversi, la Smurft, è infatti molto attiva e ama viaggiare; il loro anniversario di matrimonio lo hanno sempre festeggiato possibilmente non in casa. Questa volta però la malattia ha comunque scombussolato i loro piani. «Qualche giorno dopo il rientro dalla Liguria a mio padre è venuta la febbre e dopo poco è venuta anche a mia madre. Non sanno come si siano contagiati, tutti i loro amici stavano bene, probabilmente è successo durante il viaggio». I sintomi li hanno colti a distanza di pochi giorni l’una dall’altro, tra il 9 e l’11 marzo; Franco è stato portato in ospedale a Imola il 16 marzo scorso, il 22 è stato trasferito in terapia intensiva e dopo 2 giorni è stato necessario intubarlo. Sua moglie Vilma è entrata il 20 marzo in ospedale e dopo 6 giorni anche per lei c’è stato il trasferimento in terapia intensiva, a lei serviva però solo il meno invasivo supporto ventilatorio esterno. «Mio padre è stato intubato 10 giorni e ovviamente non era cosciente. Quando finalmente si è ripreso, abbiamo potuto sentirli, ma sempre solo al telefono. Devo dire che il personale della terapia intensiva è stato fantastico, tutti i giorni ci chiamavano loro per aggiornarci sulle condizioni dei miei genitori, giorni comunque terribili anche per noi», racconta ancora la figlia Daniela. Quando poi finalmente anche Franco si è ripreso,e ovviamente appena ha potuto parlare ha chiesto della sua Vilma, è successa la prima cosa bella. «Non gli dicevano che lui era messo peggio, li hanno semplicemente messi vicini di letto in terapia intensiva, così potevano almeno vedersi –racconta ancora la figlia – e credo che questo abbia aiutato molto entrambi a riprendersi. Quando abbiamo potuto ricominciare a parlare con loro per noi era comunque molto difficile, potevamo parlare poco, solo al telefono, e sentivo che si stancavano subito, che soffrivano molto. Però hanno sempre detto che si sentivano davvero protetti, che i medici e gli infermieri erano speciali, e ce lo stanno dicendo anche adesso, perché anche adesso ci sentiamo solo per telefono». Il 14 aprile scorso tutti e due hanno lasciato la terapia intensiva, ma Vilma aveva ancora necessità di supporto ventilatorio e quindi è entrata nel reparto di semintensiva, mentre Franco è andato in Medicina-Covid. Si sono dovuti riallontanare. È successo durante una chiacchierata con lo psicologo in reparto che Franco ha espresso il suo fermo desiderio: vedere Vilma almeno per qualche minuto nel giorno del loro 53° anniversario di matrimonio. Il 25 aprile.
Anniversario
Dall’Ausl fanno sapere che la decisione di accogliere la richiesta del paziente è stata preceduta da una breve riunione tra i primari di Pronto soccorso ed emergenza Rodolfo Ferrari, di Medicina-covid Stefano Pasquali e lo psicologo che l’aveva raccolta, Massimo Arcella. Perché c’era ancora un problema da affrontare: Franco nel frattempo è risultato negativo con doppio tampone, quindi clinicamente guarito, mentre Vilma risulta ancora positiva. Però alla fine il desiderio è stato soddisfatto, anche perché nel reparto di semintensiva Vilma è rimasta l’unica paziente, il reparto sarebbe stato quindi tutto solo per loro. «Li ho sentiti al telefono prima che si vedessero, prima l’uno e poi l’altro –raccontava ieri emozionata la figlia Daniela–. Mio padre era tutto contento e mi diceva che si era messo un pigiama nuovo, mia madre era in attesa e diceva che le avevano anche lavato i capelli. Ho detto: ehi sembra che vi dobbiate sposare di nuovo, e abbiamo riso. Poi i medici e gli infermieri ci hanno mandato il video del loro incontro e ci siamo commossi tutti». Con quegli abiti da cerimonia particolari, camici, cuffie e mascherine, Franco e Vilma sono potuti stare vicini qualche minuto, accarezzarsi le mani e sorridersi almeno con gli occhi. Mercoledì Franco tornerà a casa sua, per Vilma non c’è ancora una data. «Mi trasferirò per un po’ di tempo da lui per aiutarlo –dice la figlia –, aspettando che esca anche mia madre. Sono contenta se raccontate la storia dei miei genitori, noi questa malattia l’abbiamo vissuta con loro e credo che tanti non si rendano davvero conto di quello che sta succedendo e del lavoro incredibile che stanno facendo medici e infermieri negli ospedali». Lo stesso video lo ha rilanciato ieri sul proprio profilo Facebook anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini.
Bollettino
Ieri l’Ausl di Imola ha registrato un solo nuovo caso di positività al Covid, si tratta di un uomo di Imola. Aumentano ancora le guarigioni, che sono 19: 11 ad Imola, 4 a Medicina, 2 a Mordano ed 1 a Castel Guelfo.
Dall’inizio dell’epidemia sono quindi 360 le persone risultate positive al Covid sul territorio (con 3.854 i tamponi effettuati) , oltre la metà,187, sono guarite definitivamente, mentre 37 restano i deceduti. Il numero dei pazienti Covid positivi ricoverati nei reparti acuti dell'ospedale di Imola è in costante calo, solo 7, 1 in terapia intensiva, 1 in Ecu, 5 in medicina-covid, 12 nel reparto post acuti dell’Ospedale di Comunità di Castel San Pietro Terme. Ancora 15 le persone che trascorrono la convalescenza in quarantena in albergo.

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